Rachele Somaschini, la milanese guerriera in pista e nella vita

mini rachele Nel mondo delle cronoscalate ha iniziato con una presenza costante ad inizio 2015, con una Mini Cooper nella categoria Racing Start. Parliamo di Rachele Somaschini, una giovane milanese che sta interpretando nel migliore dei modi il ruolo di testimonial per la ricerca per sconfiggere la fibrosi cistica della quale essa stessa è affetta, una delle molte malattie genetiche per le quali non è stato trovata una soluzione efficace. Da tempo in prima linea per le campagne della Fondazione, ha pensato bene di mettere a frutto la passione, una passione di famiglia, l’automobilismo.  Lei lo ha abbracciato grazie al grande affetto del padre Luca e della madre Monica, che durante l’anno sono sempre al suo fianco sia in salita che in circuito, dove Rachele ha iniziato la scorsa stagione ad impegnarsi anche nel Mini Challenge, con il suo RS Team. Salite e circuiti diventano così una positiva occasione per propagandare la sua personale campagna “Correre per un respiro”, grazie anche alla collaborazione dei volontari della sede centrale FFC di Milano e delle sedi periferiche vicine ai campi di gara.

E che risultati per lei nelle corse! Aver avuto un maestro d’eccezione come Arturo Merzario, un amico di famiglia, autentica leggenda dell’automobilismo nazionale ed internazionale, pilota di F.1 anche con la Ferrari, costruttore e grande asso delle gare stradali e di durata. Il “cowboy” comasco ha trasmesso tecnica e segreti per dipingere le traiettorie nelle svariate competizioni alle quali prende parte. Rachele è davvero una guerriera nello sport ma soprattutto nella vita, dove naturalmente deve alternare l’impegnativa attività sportiva alle fitte terapie per salvaguardare la respirazione e la qualità della vita.

La sua presenza assidua nelle cronoscalate, dopo un’apparizione alla Trento-Bondone e sul circuito di Monza, è iniziata alla Sarnano-Sassotetto, la gara organizzata dall’Automobile Club Macerata, poco più di due anni fa. Sul percorso di Sarnano ha debuttato in salita sulla Mini Cooper ed al bel percorso che sale verso Sassotetto è rimasta davvero affezionata, definendola la più bella gara d’Italia, serbando un bel ricordo per come è stata subito accolta e coccolata dalla città e dallo staff organizzatore.

Le soddisfazioni al volante non sono mancate, con le vittorie di classe sia in salita che in pista, dove la sua gentile figura si trasforma, una volta indossato il casco decorato con le tipiche macchie del mantello delle giraffe. Lei, da vera guerriera, affronta tutte le difficoltà che un portatore di fibrosi cistica deve affrontare in un’attività sportiva, con la lotta al caldo ed alla respirazione in primis.

Riguardo alla battaglia ed alla ricerca di fondi per sconfiggere la fibrosi cistica, Rachele ci ha detto: “Quest’anno ci siamo evoluti, abbiamo aderito ad un programma di livello internazionale, il “progetto” per eccellenza, chiamato Task Force for Cystic Fibrosis, che coinvolge anche l’Istituto Gaslini di Genova e l’Istituto Italiano di Tecnologia che punta a trovare una cura per questa malattia, siamo arrivati alla terza ed ultima fase. Si tratta di un progetto che dura da tre anni, dopo aver chiuso il finanziamento della fase 3, è giunto ora ad una fase cruciale, quella preclinica. Per proseguire occorre oltre un milione di euro e speriamo che possa essere un bel passo in avanti, anche se non valido per tutte le mutazioni, ad esempio per la mia no, ma per almeno il 70% dei casi.”

Giuseppe Saluzzi @ civetta.tv

Nelle foto: Rachele accanto alla sua Mini Cooper e sul percorso della Sarnano-Sassotetto 2017