Record di partecipanti al circuito Chienti e Potenza

moto[1]Abbadia di Fiastra (Macerata) – Sono arrivati in 44, da diverse regioni del centro Italia, con le loro moto d’epoca. La più vecchia, una Moto Guzzi 4 valvole, proveniente dal Museo del Motociclo di Rimini, aveva 92 anni sulle spalle e l’ha portata il riccionese Augusto Zaghini. Proprio in quel periodo, a metà degli anni venti, si correva il Circuito motociclistico che collegava appunto le vallate del Chienti e Potenza, con validità di Campionato Italiano in quei tempi eroici, con i protagonisti lanciati su difficili strade sterrate, curve e saliscendi davvero impegnativi. Sabato e domenica scorsi il club organizzatore CAEM-Lodovico Scarfiotti ha mandato in scena la 21^ edizione della manifestazione rievocativa. La prima giornata ha permesso la visita al Museo Vespa di paciaroni_2[1]Marco Romiti e al Museo Civico, ospitati a Palazzo Cento di Pollenza. Domenica dal primo mattino, gli appassionati partecipanti hanno percorso due giri del circuito, della lunghezza di 37 km, che collega Tolentino, sede di partenza, a San Severino Marche, poi Serrapetrona, Caccamo, Belforte del Chienti per poi tornare a Tolentino.

A San Severino e a Serrapetrona si sono effettuate prove a cronometro di precisione, che hanno premiato al termine dei due giri del percorso con la migliore prestazione assoluta, l’esperto settempedano Gianpaolo Paciaroni su Moto Guzzi Astore del 1950. Nelle restanti sei categorie il successo è andato per le moto omologate ASI al matelicese Enrico Traballoni (Moto Guzzi Sport 14 sidecar del 1930), al settempedano Pietro Caglini (Matchless G3L del 1940) e al portopotentino Luigino Senigagliesi (Piaggio Vespa 150 VBA1T del 1959).  Nella classifica femminile ha prevalso la perugina Patrizia Baldoni (Matchless G3L del 1943). Gli altri raggruppamenti delle moto in corso di omologazione ASI sono stati vinti dal sangiustese Giovanni Bistosini (Moto Guzzi 500 Sport 15 del 1933) e dal tolentinate Riccardo Lombardelli (Moto Guzzi Airone Sport del 1956).

paciaroni_2[1]Caglini, presidente uscente del CAEM, ha voluto portare l’inglese Matchless, che un suo concittadino, Girolamo Bianchi, detto “Girò”, utilizzò nell’Africa coloniale, vincendo gare e titoli. Per questo suo omaggio al campione scomparso ha voluto mantenere il numero 82 che era sulla moto, dove campeggia ancora la scritta “La freccia dell’equatore”.

memorial_lausdei[1]Il Consiglio Direttivo del CAEM-Lodovico Scarfiotti, diretto da Roberto Carlorosi, ha voluto dedicare la manifestazione ad un proprio giovane socio scomparso pochi anni fa. In accordo con la famiglia, presente alle premiazioni, non senza un momento di commozione, il “1° Memorial Luca Lausdei” è stato consegnato all’ultimo classificato del raduno, il camerte Renato Borrini (Moto Guzzi GTS 500 del 1935). Luca infatti amava partecipare sempre e comunque ai raduni motociclistici, anteponendo passione ed amicizia alla classifica.

Giuseppe Saluzzi @ civetta.tv

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