I studenti del geometra con l’ufficio tecnico per eliminare le barriere architettoniche

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Fabriano – In un urbanistica dominata dal Prg (piano regolatore generale) che deve obbedire al Ptc (piano territoriale di coordinamento) prevedere Ptp (piani territoriali paesaggistici), avere un Pdf (un programma di fabbricazione), un Pec (piano esecutivo convenzionato) e pure un Pip (piano d’insediamento produttivi) vedere spuntare il Peba più di tanto non sorprende. Salvo se ci si addentra nel suo acronimo e si scopre che il Peba, Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, è uno strumento che permette di conoscere il grado di accessibilità e fruibilità del patrimonio comunale. Ossia analizza, stima e programma gli interventi necessari per rimuovere le barriere architettoniche. Un piano insomma che cerca di mettere la città a misura di chi si muove con difficoltà e dunque misura la civiltà di una comunità consapevole che la mobilità è un diritto di tutti ed è pronta a studiare marciapiedi, strade, adeguarli con scivoli e raccordi, riparare pavimentazione, riconsiderare i parcheggi, agevolare gli accessi ai suoi giardini, agli edifici pubblici, a musei, chiese, rendere il trasporto pubblico a portata di tutti e sopratutto ad investire al fine di rendere il paese accessibile a chi si muove diversamente.

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<<Un piano – sottolinea Sergio Romagnoli, fabrianese che, da alcuni mesi, soffre di seri problemi di deambulazioni a seguito di un importante operazione – di cui ognuno di noi potenzialmente siamo i fruitori, ragione per cui è importante costruirlo e realizzarlo.>>

Una sfida che Fabriano ha rilevato con caparbietà ed intelligenza. Caparbietà dando all’assessore Cristiano Pascucci non solo la delega ai lavori pubblici, all’urbanistica ma proprio al Peba – tanto per dimostrare che per l’amministrazione Santarelli l’abbattimento delle barriere architettoniche è una priorità – e con intelligenza perché l’ufficio tecnico nel concepirlo coinvolge nella pianificazione alunni e docenti dell’istituto superiore di formazione dei geometri.

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L’iniziativa è stata presentata nell’auditorium del Morea martedì 21 novembre. In cattedra, studenti e l’ufficio tecnico comunale rappresentato dal geometra Enrico Branchini alla direzione del centro elaborazione dati; in platea, altri studenti e persone che si muovono su sedie a rotelle, cavie volontarie per misurare le innumerevole e insospettabili barriere di una città a dimensione della gente che corre.

Una progettazione importante che obbedisce ad un metodo che va dall’analisi dell’accessibilità degli spazi e degli edifici pubblici e privati ad uso pubblico, individua le soluzioni progettuali, determina una classifica di urgenze e priorità e realizza una programmazione con tempi e costi. Una progettazione però che proprio nel garantire l’autonomia a tutti richiede un salto di qualità. Ovvero una nuova cultura dell’accessibilà che  costringe chi lavora sul progetto a vivere la città senza gambe e senza occhi per fare del Peba, un strumento in grado di mettere la città a misura di chi ha disabilità motoria, sensoriale e cognitiva.

Un’iniziativa che già adesso pone Fabriano come una good practice tutta da imitare. Un ottimo esempio in Italia di una collaborazione vincente tra Ufficio Tecnico Comunale e i studenti e i docenti del Morea che dimostra quel lato efficiente del percorso Scuola-Lavoro e consente ai futuri geometri di dare un contributo, con efficienza, al data base della rete pubblica.

Véronique Angeletti @civetta.tv

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