Drastico calo delle donazioni in Umbria, l’Avis lancia l’allarme

AvisUn vero e proprio grido d’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Avis regionale dell’Umbria Andrea Marchini nella conferenza stampa di fine anno. “In questo anno si è registrata una vera e propria emergenza sangue con circa 1.600 donazioni in meno rispetto all’anno 2016, siamo molto lontani dai valori dell’autosufficienza nazionale. Le cause sono da ricercarsi nella presenza della zanzara Chikungunya e di altri virus contagiosi che soprattutto nel periodo estivo hanno causato un drastico calo delle donazioni con molti donatori che per motivi di sicurezza sono stati temporaneamente dichiarati non idonei”. Secondo i dati le maggiori perdite di donatori nel territorio umbro si sono registrate a Spoleto, Umbertide, Città di Castello, Gualdo Tadino, Perugia e Assisi. Un 2017 di difficoltà che non migliora la già deleudente performance del 2016 quando la raccolta di sangue era stata di circa 1900 sacche in meno rispetto al 2015, uno dei cali più importanti in Umbria negli ultimi trenta anni. Continua il presidente Marchini. “Le strutture sanitarie regionali sono sempre a disposizione per collaborare ma è importante portare donatori e conoscere le periodiche necessità dei servizi sanitari per organizzare la programmazione. Capire le esigenze della sanità è utile per indirizzare le chiamate, seguire il donatore e creare fidelizzazione per avere un rapporto efficace e continuativo con chi viene a donare. Un altro problema serio è la diminuzione del personale addetto ma cerchiamo comunque di superarlo. In Umbria occorrerebbe che affluissero giornalmente un numero di donatori che va dai 140 ai 150, mentre oggi siamo a circa 120 donatori, con delle punte minime di 80 o 90. E’ essenziale quindi, una maggiore sinergia tra AVIS, le Aziende Ospedaliere e Sanitarie e la Regione Umbria per conseguire un’efficiente programma di chiamata dei donatori, fidelizzandoli, per garantire il soddisfacimento dei bisogni e un utile servizio di raccolta”.

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