L’american dream è marchigiano, anzi “pesarese”
31 maggio 2018 | Artigianato, City, Cultura, Economia, Educazione, Giardini e dintorni, News, Pergola, Shopping | Nessun commento
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Lo stage prevede seminari sull’economia italiana, sull’italianità nel marketing all’estero, sui modelli interculturali e gli stereotipi legati all’Italia ma quello che rende diverso questo scambio didattico sono le visite nelle aziende.
«Mostriamo che qui il reddito non è un’ossessione – prosegue Cullen. È la passione per quello che si produce che muove l’azienda e diventa patrimonio di famiglia. Mentre il modello americano non mira al prodotto ma a far crescere le transazioni poiché in prospettiva l’ambizione è essere acquistati da un gruppo.»

«Rossofuoco era un marchio conosciuto ma in difficoltà – spiega Giuliana Santarelli. Con mio marito Auro Borri, proprietario con la sua famiglia di un’azienda di carpenteria a Bellisio Solfare – abbiamo rilevato la sfida nel 2011 e la sua azienda è diventata il mio fornitore. Abbiamo una distribuzione capillare in tutt’Italia, importatori in Europa e anche in Canada.» Anche nel suo messaggi agli studenti americani, Giuliana marca la differenza: «ricordarsi che se il fatturato è vanità, l’utile lordo è verità e che la realtà sta sempre nella cassa.»
Gli studenti hanno anche visitato sempre a Pergola, l’azienda di carpenteria Borri a Bellisio Solfare, fornitrice di Rossofuoco.
Véronique Angeletti@riproduzione riservata