La Toscana prima della classe nel controllo dei ponti e delle strade

crollo-genova-ponte-638x425Entro oggi, 30 agosto, i presidenti delle regioni, delle province e i sindaci dovrebbero inviare una comunicazione relativa agli interventi necessari per “rimuovere condizioni di rischio riscontrate nelle tratte infrastrutturali di competenza”, allegando “adeguate attestazioni tecniche, indicazioni di priorità e stima indicativa dei costi”.
Dopo il crollo del ponte di Genova, è il primo passo per il Provveditorato per le Opere Pubbliche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel “monitoraggio dello stato di conservazione e manutenzione delle opere di competenza”
” L’invito del Ministero agli enti locali è di “comunicare entro e non oltre il 30 agosto prossimo gli interventi necessari a rimuovere condizioni di rischio riscontrate nelle tratte infrastrutturali di competenza, corredando le segnalazioni di adeguate attestazioni tecniche (perizie, verbali di sopralluogo), indicazioni di priorità e stima indicativa dei costi”.
Un controllo sul quale l’Uncem, acronimo di Unione nazionale Comuni Comunità enti montani, ha emesso da subito forti perplessità. Per  il suo presidente Marco Bussone, troppo sono le domande:
<<Se io sindaco autodenuncio a Mit e Province che il mio ponte e la mia strada non sono sicure cosa avrò per l”intervento? Ci saranno nuove risorse dal Cipe? Dovremo chiudere pezzi di strade e ponti? Si rischia dunque di creare panico, dubbi tra i cittadini, problematiche amministrative e anche giuridiche di un certo livello, con scontri territoriali forti, ingestibili. Serve chiarezza sugli obiettivi.>>
Non solo: <<In alcune Regioni” le lettere con la richiesta delle informazioni utili al monitoraggio “sono arrivate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In altre, come il Piemonte, da Province e da Città Metropolitana. Solo il 26 e il 27 agosto, molti sindaci hanno ricevuto le note con le richieste e le schede per la rilevazione dello stato di conservazione e manutenzione delle opere, viarie e non. Dovevano pervenire dal Mit, tramite i provveditorati alle opere pubbliche regionali. Invece, per un corto circuito che non ci è chiaro, le Province sono intervenute con una lettera e con un file da compilare, per ogni Comune”, segnala l’Uncem. In ogni caso ci si trova di fronte a “Tempi strettissimi e sindaci perplessi, o anche arrabbiati – dice Bussone – Lo registriamo in queste ore. Intanto perché è mancato il rapporto diretto con il Mit come inizialmente annunciato. Poi per i tempi e la difficoltà nel fare un rilevamento in un perimetro molto esteso, con i sindaci che non hanno personale tecnico a disposizione a sufficienza, tanto più a fine agosto”.>>
La proposta Uncem: << La sola in campo, unica e concreta – insiste Bussone – è agire subito, in legge di Bilancio, per destinare una quota del gettito delle concessioni autostradali, incassato dallo Stato e dall’Anas, agli enti locali per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete viaria, con un piano strategico condiviso tra i diversi livelli tecnici e istituzionali. Se questo non fosse il traguardo, la ricognizione avviata rischia di produrre un ennesimo dossier poco utile.>>
Enrico-rossi-e-ponti-in-sicurezza-MediumMolte Regioni si sono comunque autonomamente attivate e la Toscana spicca come “good practice” :
Il check-up completo delle infrastrutture viarie in Toscana, con particolare attenzione ai ponti e alle strutture in cemento armato, in modo da ottenere in breve tempo una fotografia affidabile, aggiornata ed inequivocabile dello stato dell’arte e delle eventuali criticità presenti – proposta, avanzata il 28 agosto dal presidente della Toscana Enrico Rossi ad un’assemblea di presidenti di Provincia e delegati dei Comuni –  si è poi concretizzata l’indomani, il 29, con la firma di un’intesa tra Regione Toscana, Upi, Città Metropolitana ed Anci.
A siglare l’atto sono stati Enrico Rossi, il presidente dell’Unione delle Province toscane Luca Menesini, il consigliere della Città metropolitana di Firenze con delega alle infrastrutture Andrea Ceccarelli ed il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni.
L’intesa nasce dalla volontà di andare oltre la segnalazione di criticità già note (che saranno prontamente segnalate alla Prefettura e al Ministero rispondendo alla lettera inviata dal Mit alle amministrazioni locali nei giorni scorsi), per approfondire la conoscenza dello stato delle infrastrutture e fare tutto il possibile per prevenire tragedie come quella avvenuta a Genova lo scorso 14 agosto.
La Toscana comunque non parte da zero per quanto riguarda il monitoraggio dello stato delle proprie infrastrutture e la prevenzione di criticità.
Dal 2001 è previsto dal Piano di interventi sulla viabilità regionale un costante controllo delle infrastrutture viarie regionali, realizzato basandosi sulle segnalazioni fatte dalle Province (soggetti gestori). La riunione di monitoraggio con le Province sarebbe prevista una volta all’anno, ma viene convocata ogni 6 mesi per maggiore sicurezza e per garantire interventi più tempestivi. Grazie a questo costante controllo dal 2001 ad oggi in Toscana sono stati investiti 1,2 miliardi di euro per scongiurare criticità. 
<<La Toscana– si legge in una nota della regione – si è dotata di un sofisticato sistema satellitare di monitoraggio dei ‘mutamenti del territorio, realizzato con la collaborazione dell’Università di Firenze, che ogni 12 minuti rileva eventuali spostamenti delle strutture presenti sul territorio, siano esse case, argini, strade, ecc. Questo sistema, che ha un costo di 300.000 euro all’anno, offre un significativo aiuto nell’individuare possibili cedimenti strutturali, si affianca il monitoraggio sulle criticità infrastrutturali. Insomma “La Toscana non è impreparata sul tema della sicurezza delle infrastrutture – ha detto il presidente Rossi – anzi è avanti perché è l’unico soggetto in Italia che ha a disposizione un sistema satellitare di controllo, tuttavia l’evento drammatico di Genova ci costringe a fare di più. Vogliamo fare un’analisi sistematica di tutti i ponti, delle strade regionali, provinciali e comunali della Toscana per ‘scovare’ anche criticità magari poco evidenti.
E’ un tema essenziale perché riguarda laiabil vita dei cittadini, per questo come sistema degli enti territoriali abbiamo fissato un metodo di controllo e lo comunicheremo ad Autostrade, Anas ed al Ministero, ma – ha puntualizzato il presidente – vorremmo anche sapere quale metodo di controllo sarà adottato sulle strade di competenza statale, sulle ferrovie e sulle autostrade, visto che i toscani si spostano anche fuori dalla regione”.L’intesa sottoscritta da Regione, Upi, Città Metropolitana ed Anci, prevede la costituzione di un gruppo tecnico di lavoro (composto da periti regionali, tecnici degli enti locali ed eventuali professionisti esterni) che avrà come primo incarico quello di definire un modello unico di report per effettuare rilevamenti (in modo che risultino omogenei in tutta la regione, non influenzati dalle scelte del rilevatore) e comporre le squadre di tecnici che successivamente procederanno alle verifiche degli oltre 5.000 ponti e dei 10.000 km di strade di competenza della Regione, delle Province, della Città Metropolitana e dei Comuni toscani. Il lavoro di monitoraggio dovrà essere svolto nell’arco di pochi mesi, al massimo un anno, e permetterà non solo di evidenziare eventuali criticità non note, ma anche di stabilire un’effettiva gerarchia dell’urgenza degli interventi.>>
Fonti Regioni.it
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