Economia del turismo: sei regioni costruiscono una rete di cammini in Italia Centrale

cammini-02Nel nuovo mercato del tempo libero, si sono imposti i cammini. Religiosi, sportivi, culturali, storici hanno tante tematiche ed hanno un trend in perenne aumento. Hanno tutti i vantaggi: sono slow, rispettano l’ambiente, s’intrecciano con le tradizioni, le usanze delle comunità, mettono in evidenza ogni peculiarità.
Il 18 e il 19 ottobre scorso, per l’Italia Centrale c’è stata una piccola rivoluzione nel settore dei cammini. Se ne parla poco ma in realtà sono fondamentali per l’evoluzione del turismo nell’Appennino umbro marchigiano. In pratica si sono tenuti gli Stati Generali dei cammini dell’Italia centrale  presso  l’Abbazia di Spineto a Sarteano in provincia di Siena che darà il suo nome ad una nuova Carta tra le 6 regioni.
Sei regioni (Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Marche e Lazio) si sono date appuntamento per creare una rete di cammini interregionali e promuoverla attraverso la costruzione di un prodotto turistico complesso. Insomma un lavoro di squadra per realizzare un’offerta condivisa ed omogenea attraverso unità d’intenti e visione complessiva.
Con questi Stati Generali di Spineto, queste 6 regioni hanno confermato che sono consapevoli che con i cammini hanno  “un’opportunità per costruire un prodotto turistico con caratteristiche omogenee, aldilà dei confini regionali. Un modo per proporre un turismo ‘lento’, sostenibile, esperienziale che porta a scoprire, attraverso il cammino, i piccoli borghi del cuore dell’Italia”.  E dunque prendono atto che “lavorare sugli itinerari  permette di destagionalizzare i flussi turistici e di farli confluire nelle aree interne, consentendo un’opportunità di crescita e di sviluppo economico.” 
Terre-di-Siena-crocevia-di-camminiAnche molto intelligente il fatto che hanno deliberatamente scelto come modello il modus operandi della Toscana che, ai 20 milioni investiti a partire dal 2009 sulla via Francigena per la sua messa in sicurezza, dotazione di segnaletica e di punti sosta e realizzazione di punti tappa con Ostelli, ha aggiunto più recentemente somme più piccole ma non meno importanti: 370.000 euro sulle vie Etrusche, 50.000 euro sulla Romea Strata, anche queste finalizzate alla messa in sicurezza ed alla segnaletica; aggregati i Comuni sulla Via Lauretana con cui è stato definito un piano di interventi prioritari di messa in sicurezza e segnaletica per circa 300.000 euro e 26 Comuni delle Vie di Francesco che hanno presentato schede di interventi per circa 2 milioni per la messa in sicurezza ed ulteriori progetti.
Come molto operativo il fatto che nel corso dei lavori sono stati individuati 5 cammini interregionali ‘pilota’ (Via Lauretana, Via degli Dei, I Cammini di Francesco, Via Matildica del Volto Santo, Via Clodia) e quattro ambiti operativi e strategici: manutenzione, accoglienza, promozione e governance, su cui tutti gli attori per ogni singolo cammino (Regioni, Comuni, Associazioni) hanno potuto confrontarsi per sviluppare una strategia comune.
Da questi Stati Generali è nata addirittura la Carta di Spineto che segnerà le future linee guida per le azioni sui cammini dell’Italia centrale. Una carta dove emerge l’importanza dell’accoglienza, di favorire la consapevolezza degli abitanti locali, di sensibilizzare il territorio nel senso ampio (popolazione, imprese, associazioni) per promuovere la cultura dell’ospitalità, anche attraverso la formazione. Interessante spunto, quello di un censimento dei potenziali fornitori di servizi erogati da privati (culturali, economici, di trasporto…) al fine di integrare l’offerta pubblica e privata.
turismo-assisi-cammini-20170623092006Emersa anche la necessità di introdurre figure a supporto dei camminatori come gli “Angeli Custodi del Pellegrino'” e nuove infrastrutture “leggere” come le “tende del Pellegrino”.
Per quanto riguarda gli aspetti legati a comunicazione e promozione stanno cercando di individuare un’immagine coordinata ma da promuovere in maniera condivisa per preservare l’unitarietà del percorso, pur rispettando le differenti peculiarità territoriali.
Sulla manutenzione, è addirittura emersa l’idea di inserire i cammini nei piani urbanistici comunali per garantire la loro percorribilità nel tempo e di redigere un disciplinare attraverso una gestione condivisa tra pubblico e privato. Oltre alla definizione di una segnaletica uniforme, è stata avanzata l’idea di una georeferenziazione del percorso in coerenza con il tracciato storico.
Passo successivo al la stesura finale della Carta di Spineto, sarà la proposta formale di un protocollo d’intesa tra le Regioni dell’Italia centrale con cui sistematizzare le collaborazioni sui cammini. Intanto i prossimi Stati Generali si terranno nelle Marche. Ma il bello è che sembra che finalmente si passi dalle parole ai fatti dove c’è posto per tutti e soprattutto per i privati, dalle associazioni culturali ai professionisti dell’ospitalità.
Véronique Angeletti con la fonte di  Regioni.it organo di stampa della Conferenza delle Regioni
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