Man and the Biosfere, l’Unesco e lo sviluppo dell’Appennino umbro-marchigiano
16 novembre 2018 | Acqualagna, Ambiente, Apecchio, Arcevia, Cagli, Cantiano, Cerreto d'Esi, City, Costacciaro, Economia, Fabriano, Fossato di Vico, Frontone, Genga, Gualdo Tadino, Gubbio, Montefeltro, News, Pergola, Piobbico, Politica, Sassoferrato, Scheggia, Serra San Quirico, Serra Sant'Abbondio, Sigillo | Nessun commento
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Un progetto che nelle terre alte del pesarese ha provocato dubbi. Tutta colpa del termine italiano “riserva” che al contrario dell’accezione anglosassone non include le nozioni di “capitale” o di “patrimonio”. Un riferimento ad un luogo chiuso,inaccessibile con un corredo di vincoli. Prescrizioni che i tecnici che seguono la pratica assicurano che non esistano: il Mab prende atto della situazione di fatto e non aggiunge altre limitazioni. L’adesione è facoltativa e a breve, il 22 novembre, l’assessore regionale all’ambiente Angelo Sciapichetti ha in programma di convocare tutti i presidenti delle UM marchigiane per presentare il progetto e gli step propedeutici al “dossier” da completare entro due anni.

E si scopre che per un territorio essere riconosciuto Mab significa aderire ai tre obiettivi della Riserva Unesco. «Lavorare per conservare i paesaggi, gli habitat, gli ecosistemi – incalza Traversini – favorire lo sviluppo economico e umano generando reddito e garantendo sostenibilità socio-culturale e ambientale nel lungo periodo. Sostenere la ricerca, la formazione e lo scambio delle buone pratiche. Essere candidato Mab Unesco – precisa – significa interrogarsi sul futuro di un territorio, di un patrimonio che rischiamo se non interveniamo di perdere tra venti anni con la decrescita della popolazione in corso. Inoltre – conclude – con il Mab Unesco ci si rende conto che essere considerati un’area interna non è screditante ma diventa occasione di sviluppo».

Intanto questo progetto MaB è aperto anche alla fascia umbra dell’Appennino. Si punta all’unità ambientale e a mettere in campo idee, talenti, imprese, attività che nel rispetto del territorio garantiscano lavoro e un futuro alle comunità.
In Italia, sono Mab dal 1977, Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise e il Circeo; dal 79, Miramare: dal 97 il Cilento e Valle di Diano ma anche Somma Vesuvio e Miglio d’oro; dal 2002 il Ticino, Val Grande Verbano; dal 2003 le Isole di Toscana; dal 2004, le Selve Costiere di Toscana: dal 2013 l’area della Biosfera del Monviso; dal 2014 la Sila: dal 2015, l’Appennino Tosco-emiliano, il Delta del Po e le Alpi Ledrensi e Judicaria; dal 2016 Collina Po e dal 2017 Tepilora, Rio Posada e Montalbo. Quest’anno, nel 2018, lo sono diventati Valle Camonica – Alto Sebino e Monte Peglia.
Véronique Angeletti @civetta.tv