Venerdì 6 dicembre la presentazione del secondo libro dell’eugubino Simone Zaccagni

copertina libro ZaccagniGubbio – Venerdì 6 dicembre alle ore 18.30 verrà presentato, presso l’ex refettorio della biblioteca Sperelliana di Gubbio, il secondo libro di Simone Zaccagni, insegnante e giornalista eugubino, dal titolo “Il lato oscuro della Luna” edito dalla casa editrice Alter Erebus. Introdurrà l’iniziativa Nicholas Ciuferri, sarà invece Giuliano Traversini a leggere alcuni tratti del testo.

SINOSSI: “Il lato oscuro della Luna” è una serie di 42 racconti su persone che sono arrivate ad un passo dalla gloria, di altre che la gloria l’hanno assaporata e poi persa e di altre ancora che l’avrebbero meritata ma non l’hanno raggiunta. Personaggi della storia, che il vento dell’oblio ha ricoperto di polvere. Personaggi dello sport, che hanno sfiorato l’apice della gloria per poi precipitare nel turbine della disperazione. Persone normali, che l’atto di eroismo l’hanno fatto quasi senza accorgersene, e forse non se ne sono accorti nemmeno gli altri. Personaggi della letteratura, che sono stati tracciati con poche righe dai loro scrittori, e magari avrebbero meritato un romanzo tutto loro. Componenti sfortunati di complessi musicali, che sono nati grazie a loro ma hanno raggiunto il successo senza di loro. L’autore scrive, o meglio riscrive, la storia di coloro che la storia l’hanno fatta ma nessuno gliel’ha scritta.

Zaccagni libroDALLA IV DI COPERTINA: C’è un filo che lega Fosbury a Colombo, entrambi visionari e rivoluzionari, che scorgevano luce dove altri vedevano il buio, tirando dritti nonostante l’ironia e le derisioni dei contemporanei. Alessandro Magno a Marco Polo, entrambi viaggiatori dell’ignoto, spinti dalla curiosità e dal coraggio. Jim Lovell a Rodrigo da Triana, stoppati proprio sul più bello, George Best e Pete Best, non solo per il cognome, quest’ultimo a Syd Barrett, entrambi iniziatori respinti di un gruppo musicale che avrebbe sfondato (senza di loro). Ma Syd Barrett è legato a Michael Collins, che per primi hanno girato dietro la Luna e ne hanno visto la parte perennemente all’ombra, Peter Norman a Bruno Neri, vincitori in campo ma ancora più trionfatori nei valori, Bucefalo a Ronzinante, Laika ad Argo. Su questo filo, intriso di sudore e sangue, di emozioni e gioie, di delusioni e vittorie, l’autore avanza come un funambolo, per raccontare le storie di quei personaggi, più o meno famosi, più o meno reali, spesso all’ombra di eroi troppo luminosi, così da rendere la loro luce come una piccola candela che si levava e si agitava.

Un libro di luci e ombre, di felicità esteriore e di tristezza interiore, che scava dentro le vite di eroi più o meno noti, come Angelo Galvan scavò fra i pozzi di Marcinelle per salvare i suoi colleghi minatori, scoprendo i lati oscuri di persone che hanno guidato popoli, sconvolto la storia del mondo o semplicemente la propria. Eroi di seconda mano, campioni di serie B, gente comune che nel suo mondo ha trovato la propria piccola gloria

ESTRATTI: “Quello sfortunato terzo astronauta, che era andato fin lassù ma non era sceso a passeggiare sul nostro satellite come gli altri, è un nobile esempio, forse non molto attraente, di modestia e sacrificio per il prossimo. Quando mi raccontarono questa storia a scuola, chiesi alla maestra: “Ma come, non potevano fare a turno?” e disegnai Collins che scontava una specie di punizione dietro la lavagna della nave spaziale, guardando con invidia da un oblò i due compagni che se la spassavano in quel posto meraviglioso, bianco e della stessa consistenza di una meringa, giocando grazie all’assenza della gravità. Certe volte, i pensieri ossessivi di un bambino malinconico colgono nel segno ben più di quanto ci sarebbe da aspettarsi. A ben vedere, questo arrivare a un passo dalla mèta senza poterla toccare è un simbolo dell’esistenza umana molto più eloquente di ogni impresa gloriosamente compiuta”. (Michael Collins, L’UOMO NELL’OMBRA)

“Circondati come siamo dai nostri cannibali, dai tanti crudeli, impietosi e all’apparenza invincibili Merckx (una malattia, un licenziamento, un affare finito male), l’indole stoica di Gimondi sembra indicarci che non esiste scelta, se non la dignità dell’impegno, il coraggio del possibile fallimento e la sua nobile accettazione. Chi arriva secondo, non è il primo degli sconfitti, ma l’ultimo ad essersi arreso”. (Felice Gimondi, UNA VITA IN SALITA)

Eterno secondo, se interpretato in altro modo, potrebbe significare pure attimo infinito”. (Aiace Telamonio, L’ETERNO SECONDO)