50 anni fa, il primo frigorifero fabrianese

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C’ERA UNA VOLTA IL FRIGORIFERO…UNA STORIA ITALIANA DI SUCCESSO

Di Stefano Balestra

Quando il 1° aprile del 1970 a Melano venne prodotto il primo frigorifero, parecchi a cominciare da Vittorio Merloni avevano capito che quello non sarebbe stato il classico pesce d’aprile, ma una storia vincente. Una storia imprenditoriale italiana di successo. Un’epopea, quella del frigorifero, destinata a durare 36 anni, fino al 21 luglio 2006, quando venne prodotto l’ultimo. Si apriva un’altra era, quella della cottura che oggi vede il plant fabrianese, sotto la bandiera Whirlpool essere la fabbrica di riferimento della zona Emea dei piani cottura. Raccontare un periodo così ampio, denso di personaggi, fatti, avvenimenti richiederebbe un libro, per cercare di condensare questa storia, proviamo con questo Melano dalla A alla Z….

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A – Aristide Merloni , “in ogni iniziativa industriale non c’è valore del successo economico se non c’è anche l’impegno nel progresso sociale”. Questo il mantra del senatore che con la dipartita avvenuta il 19 dicembre 1970 vide solo che i primi vagiti della fabbrica, che comunque seguiva con estrema, maniacale competenza.

A – Alia, da Alia Milano ad Alia Centro. Da “Milano” a “Melano”, concepita in Lombardia da un team di specialisti del freddo e progettata dallo studio dell’ingegner Cesare Cacciari (poi consultato l’indomani dell’incendio del 1990), venne realizzata trasferendo e ampliando l’esperienza dell’Alia, un’azienda del settore con sede a Milano, acquistata dall’allora Ariston nel lontano 1966, Merloni completava la gamma degli elettrodomestici. Era la prima volta che uno stabilimento veniva chiuso nella grande metropoli, per essere “delocalizzato”, neologismo allora sconosciuto, in una località così decentrata. Era il decimo stabilimento della “galassia” Merloni e occupava 300 operai e si chiamò Alia Centro, avviata dai “ragazzi del ‘69”. Primo frigorifero prodotto il 1 aprile 1970, ossia dopo otto, nove mesi dalla posa della prima pietra avvenuta nel 1969, venne solennemente inaugurato il 5 maggio del 1973. Nella sua storia, sono usciti da Melano circa 15 milioni di friogoriferi per tutta Europa. Viene chiamata Alia Centro, in omaggio al luogo da cui questa “scommessa” prese il via.

B – Bedoni, era il nome della marca del locomotore ferroviario. Melano era la prima fabbrica ad avere un raccordo ferroviario interno sia per le materie prime che per il prodotto finito. Giacomo Melacotte il macchinista. Ma Melano era avanzata anche sotto altri aspetti come i 7 chilometri di handling aereo per trasportare armadi dalla schiumatura al montaggio o le celle frigorifere dalla plastica ai premontaggi. Innovativo il tunnel, tuttora esistente che collegava la produzione all’imballaggio e al magazzino spedizione o la sottostazione elettrica in grado di trasformare i 120000 volt a 380 volt, la corrente d’esercizio.

C – Cottura, finita l’epopea del frigorifero, ci fu la riconversione verso prodotti per la cottura, piani cottura, maxiforni e maxi-cucine, fino a diventare oggi, sotto la bandiera Whirlpool unico hub della zona Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) per la produzione dei piani cottura.

D – Direttori, se Santini è stato il primo, Luciano Torselletti, è stato l’ ultimo direttore dell’epoca del “freddo”, nel 2006, è la congiunzione tra il passato di Melano e il futuro della fabbrica, dal “freddo” alla “cottura”. Tra di loro, si sono alternati in successione, Primo Rozza (dal 72 al 74),Valerio Fedeli (dal 74 al 77), Giovanni Severi (dal 77 al 79), Oscar De Sanctis (dal 79 al 94) il più longevo, Ercole Conti (dal 95 al 2001), Giulio Braca (dal 2001 al 2003), Guido Lo Faso (alcuni mesi del 2003), Antonio Melone (dal 2003 al 2005).

D – Donne, una vera e propria svolta epocale e culturale, le prime operatrici di linea, una pattuglia di “pioniere” entrarono l’11 marzo 1991, ossia una settimana circa prima della visita del Papa. Orietta Fratini, Sabrina Poggiolini, Milva Buldrini, Anna Forbidussi, Giuliana Bartocci, Flavia Silvi, Valentina Paolucci, Cinzia Galantini, Cristina Perticaroli i loro nomi.

E – Estero, il modello di successo di Melano di fare frigoriferi, venne poi replicato con altrettanto successo in Cina, Arabia Saudita, Nigeria e Reunion, ma soprattutto in alcuni distretti del vecchio continente, come in Portogallo a Setubal nel 1976, come in Russia a Lipetzk nel 2000, in Polonia a Lodz nel 2004 e ancor prima nel 1994 in Turchia a Manisa. Quattro storie importanti, nella strategia di internazionalizzazione del gruppo, verso paesi che come ad esempio la Polonia, mostravano premesse di uno sviluppo sociale ed economico e come dice un adagio: “i figli venuti bene uccidono i padri”.

F – Festa di Santa Lucia, una tradizione sempre sentita e rispettata per la protettrice dei metalmeccanici dapprima con la messa celebrata in fabbrica con l’altare fatto di frigoriferi e poi con le mega feste nel magazzino di Melano, con super ospiti di grido come Baglioni, i Pooh, Panariello, Renato Zero, Fiorello con alcuni a duettare con Vittorio.

G – Giovanni Paolo II, Papa Wojtyla fu ospite della fabbrica, lucidata a nuovo il 19 marzo 1991, in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore, con tanto di diretta televisiva nazionale. Il magazzino di Melano fu trasformato a tempo di record in un’emozionante sala delle udienze, in grado di accogliere 7000 persone. Il Papa nel suo discorso esaltò il legame tra la famiglia e il lavoro, uno dei valori più importanti per le genti di queste parti. Una pagina indimenticabile.

H – Hasuike Makio, Vittorio Merloni nella sua lucida capacità di leggere il futuro, ingaggiò questo giovane designer giapponese, facendo nascere un sodalizio eccezionale con la creazione di modelli di frigorifero di grande appeal e di grande successo commerciale, in grado di intercettare la rivoluzione culturale del consumatore, dopo gli anni ’80 all’insegna dell’effimero. Fortunata anche la collaborazione con Giorgetto Giugiaro, sulla piattaforma Indesit, con modelli di grande successo.

I – Incendio, alle ore 2,00 della notte tra l’11 e 12 maggio 1990 un furioso incendio “annerì” la fabbrica, 10 – 15 miliardi di lire dell’epoca i danni stimati, ma dopo due settimane d’intensi lavori di bonifica la fabbrica riaprì quasi a regime.

M – Metalmezzadro, l’epica figura dell’operaio contadino, che una volta uscito dalla fabbrica si dedicava al lavoro nei campi. “L’operaio con l’insalata” una delle chiavi del successo di Melano, ma anche delle fabbriche Merloni, nonché alla base dell’incredibile sviluppo del territorio fabrianese. Secondo alcune statistiche negli anni ’90, l’81% degli operai Merloni possedeva un trattore, e il 15% addirittura due.

O – Operai, la storia di una fabbrica non può prescindere da quella dei suoi lavoratori, e Melano ha sempre potuto contare su maestranze competenti e laboriose. I Cipputi del tempo che fu, senza titolo di studio ma fieri delle loro fabbriche e dello status sociale che loro assicurava, legati da quello stato d’animo, da quella spinta emotiva a Vittorio, per affrontare e vincere le sfide che il “dio” mercato poneva di fronte. Una volta, nel passato del nostro presente, tra “padrone” ed operaio non c’era tanta distanza come oggi. Per giudicare la validità di un’esperienza, non c’è nessuno più capace di coloro che vi hanno vissuto.

P – Pertini Sandro, il 30 ottobre del 1981 il presidente della Repubblica di gran lunga più amato dagli italiani, a metà del settennato, fu accolto nel magazzino di Melano, trasformato in mensa da cinquemila persone entusiaste, e dal padrone di casa Vittorio Merloni che all’epoca ricopriva il prestigioso ruolo di presidente di Confindustria, per festeggiare il 50° anniversario della nascita delle industri Merloni. Un omaggio alla “dimensione umana” del modello Merloni, quello dello sviluppo dolce, senza fratture e al suo capitano Vittorio.

Q – Quattro stagioni, il primo frigorifero elettronico, a quattro climi, una svolta nel campo della conservazione degli alimenti, per andare incontro alla crescente sensibilità dei clienti verso una corretta alimentazione, correva la seconda metà degli anni ’80, per la precisione era il 1987, e questo prodotto rafforzava la leadership tecnologica della Merloni Elettrodomestici.

S – Santini Francesco, ingegnere, fu il primo direttore dello stabilimento di Melano dal 1969 al 1972. Laureato al prestigioso Politecnico di Milano, venne prelevato dalla Ignis per dare la spinta all’avvio del progetto Melano. Successivamente, a cavallo della fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo, ricoprì anche la carica di Sindaco di Fabriano dal 1998 al 2002, chiamato alla ricostruzione dopo il sisma del 1997. Santini insieme al “ragionier” Pasquale Brugnola, conosceva uno per uno i primi 300 assunti e i loro famigliari. Ma dietro aveva una struttura di primo livello, i “ragazzi del ‘69”, con i capi reparto: Claudio Rocci, Antonio Giommetti, Ettore Mencarelli, Rodolfo Romandini, Duilio Giuliani, Sergio Busco, Giuseppe Crespi, Franco Vigarelli, Sauro Zampa, Confalonieri, Apostolo, Ercole Bisio, Pirocchi, Farroni, Nazzareno Carsetti.

T – Top 90, una linea flessibile costata 10 miliardi di lire dell’epoca, in grado di assemblare quattro modelli differenti di frigoriferi. Negli anni ’90 nell’ambito del processo d’innovazione delle Merloni Elettrodomestici, allo stabilimento di Melano, venne assegnata la missione di sperimentare l’automazione, mediante la realizzazione di un’area pilota delle fasi di montaggio dell’armadio frigorifero e dei suoi vari componenti. Un’evoluzione del sistema produttivo, con Melano, un esempio tra i più significativi a livello europeo nel campo degli elettrodomestici. Uno dei primi esempi di “fabbrica automatica”. La risposta impiantistico – tecnologica nella lotta del bianco e a quella “rivoluzione industriale” degli anni ‘80/ ’90. Significativa anche l’esperienza in quei tempi di un giovane “prete-operaio” , Don Alberto Castellani, che ancora conserva quei momenti con particolare piacere, fattore di crescita umana, in una fabbrica a “dimensione d’uomo”.

T – Terremoto 1997, Melano da sempre ha raccolto lavoratori di quattro province, Ancona, Perugia, Macerata e Pesaro. Il disastroso terremoto del 1997 non fermò se non molto limitatamente la produzione. Nella tragica situazione del terremoto, da un lato Vittorio Merloni sempre prodigo e vicino ai suoi dipendenti, nella convinzione che fossero la sua fortuna, con sostanziosi aiuti economici e psicologici a chi aveva avuto danni, o addirittura la costruzione di un piccolo villaggio di casette prefabbricate per i suoi dipendenti costretti a uscire dalle case lesionate, dall’altra lo spirito più autentico dei suoi lavoratori, che convivendo con la terra che tremava, andavano regolarmente a lavorare, sempre pronti a rimboccarsi le maniche per la salvaguardia del lavoro e del posto di lavoro, come bene e interesse comune.

V – Vittorio Merloni, anzi il “dottor” Vittorio, l’artefice di questa avventura. Se Albacina era il cuore, dove era nato suo padre Aristide e dove questi aveva impiantato il primo opificio, Melano rappresentava la sfida industriale, il banco di prova del Merloni imprenditore. Vittorio era la quintessenza dell’italiano: spirito imprenditoriale,volontà di combattere, capacità di innovazione.

W – Wahrol, alla fine degli anni ’90, Ariston lanciò la moda della frigo – art. Frigoriferi decorati, con lo skyline di New York, la torre Eiffel, una sveglia o una maxisveglia o altro disegnati sulle porte, che faceva tanto Andy Wahrol. Oltre a contenitore di cibi, si giocava la carta dell’oggetto di affezione, di componente di arredamento. E se ci si annoiava, si cambiavano le porte con un altro soggetto, così come il cinturino della Swatch, orologio culto di quei tempi.

Un ringraziamento per il contributo d’idee va a: Fabrizio Arteconi,Francesco Santini, Giacomo Giommetti, Antonio Giommetti, Giovanni Fiammenghi, Alberto Pellacchia, Antonio Todde, Oscar De Sanctis.

TO BE CONTINUED…..

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