Casa di riposo di Pergola, un altro positivo : i famigliari e l’ente di gestione chiedono tamponi a tappeto

Lettera dei famigliari degli ospiti della Casa di Riposo di Pergola

Pergola – Emergenza Covid -19 nella casa di riposo di Pergola. Nella serata di lunedì di Pasquetta, trasferita un’anziana ad Urbino per sintomi da Coronavirus che, dal tampone, è poi risultata ieri positiva. Il caso preoccupa e molto. Fa seguito alla comunicazione, proprio il giorno di Pasqua, che tre operatori in servizio nella casa dell’ente Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (Asp) si sono ammalati e presentano sintomi, forse, riconducibili al virus. Ulteriore prova, purtroppo, che il silente nemico è dentro le mura. Ieri, a firma di una quarantina di famigliari, è stata inviata una lettera al Presidente della regione Marche, all’Asur e alla Prefettura, con cui si richiede tamponi per i 55 ospiti e i 25 operatori che lavorano nella casa di riposo e nella Residenza Protetta e, in più, gli esiti dei 7 tamponi eseguiti giovedì scorso.

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Di sicuro, il comprensorio è in apprensione. Il primo caso di contagio, il 1 aprile, con la positività accertata dall’Ospedale di Urbino di un paziente proveniente della casa di via Mameli e poi, il 4 aprile, il decesso nella struttura di Pergola di un ospite isolato ed in attesa di tampone. «Una situazione – si legge nella lettera – che desta in noi una grande e motivata preoccupazione; pertanto, al fine di comprendere il livello di diffusione del virus all’interno della struttura, chiediamo che siano fatti tamponi a tutti, come avvenuto nella vicina casa di riposo di Sassoferrato. Se il virus – precisa – inizierà a propagarsi tra gli ospiti come sta già accadendo, sarà una strage, come è successo in molte altre realtà simili nella nostra Regione. Per favore – concludono i parenti – intervenite subito prima che succeda il peggio. È dovere di ognuno tutelare chi è più debole e indifeso e faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità e speriamo vogliate farlo anche voi. Ci auguriamo non ci siano altri decessi ma, qualora ci fossero, valuteremo le responsabilità di chi non ci ha dato ascolto».

La lettera ricorda, inoltre, che a nulla è valsa le richieste alla Prefettura, alla Procura, al dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene sanità pubblica, al direttore dell’Area Vasta 1 e del Distretto per interventi urgenti, sia del sindaco Simona Guidarelli, sia del vice sindaco Graziano Ilari e della cooperativa “La Macina” che gestisce la casa di riposo per conto del Asp. «Dall’Asur e dall’ambito ci rispondono sempre che vanno eseguiti solo in caso di sintomi – spiega il direttore dell’ente, Renzo Moraschini, – ma non fare tamponi preventivi nelle case di riposo, non avere diagnosi certe, può provocare conseguenze davvero gravi, soprattutto in strutture che non sono presidi ospedalieri ed ospitano persone fragili».
Véronique Angeletti @civetta

LETTERA COVID 19

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