La Strada Clementina, una strada di tutti e per tutti

aaAccogliamo con soddisfazione che dalla lungimiranza di Amministratori Locali umbri e dalla disponibilità del Presidente dell’Autorità Portuale Rodolfo Giampieri, si torni a mettere al centro per il suo valore storico, paesaggistico e di bene comune pubblico, la Strada Clementina. Parteciperemo con una delegazione all’incontro, per sostenere questa iniziativa, e per rafforzare le ragioni delle nostre proposte, sottoscritte da centinaia di cittadini e da molte Associazioni, tra cui Italia Nostra Marche, nel Manifesto della Clementina. Perché, se questa memoria infrastrutturale e civile è sentita dall’Umbria, altrettanto non può dirsi per le Marche, in cui il tratto più suggestivo della strada che attraversa la Gola della Rossa, è stato da decenni consegnato all’uso esclusivo delle imprese private delle cave; da anni la strada è chiusa ed interdetta a chiunque, in stato di degrado, insicurezza, oggetto di frane e smottamenti. Ma ogni giorno, nonostante i ridicoli divieti, la Clementina viene vissuta da escursionisti, ciclisti, climbers ed amanti della natura. Questo triste scenario, nonostante la strada attraversi il Parco Regionale Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi, in cui il paesaggio sovrastante è stato ed è oggetto di devastazione ad uso di interessi economici privati, con la situazione che è ulteriormente peggiorata negli ultimi anni con le opere infrastrutturali della Quadrilatero. Interventi che, con il silenzio-assenso del Comune di Fabriano dal giugno 2012, porteranno piloni e cemento dentro un’area sottoposta a vincolo ambientale ed archeologico. Il nostro Comitato in questi mesi ha chiesto, inascoltato, un’interlocuzione propositiva con le Istituzioni marchigiane, ma l’unico soggetto istituzionale che abbiamo trovato disponibile e interessato alle nostre proposte è stato il Comune di Genga. Noi chiediamo che la Clementina venga messa in sicurezza, riaperta al solo traffico locale degli abitanti delle frazioni che, ancor più in futuro, si troveranno isolati dalla Vallesina e dal fabrianese, e destinata alla ciclopedonabilità. In sostanza che venga di nuovo, come la volle Papa Clemente, riconsegnata all’uso pubblico. Una strada di tutti e per tutti, dopo che politiche volte prevalentemente a tutelare interessi di pochi, hanno portato un’eccellenza e un volano per il turismo regionale, oltre che un’infrastruttura di pubblica utilità e servizio, in condizioni di totale abbandono e pericolosità.

F.to. Comitato Riprendiamocilastrada
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