Ditta di Piobbico abbandona la terra di risulta alle falde dello Strega: lavorava sul nuovo acquedotto

SEQUESTRO RIFIUTISassoferrato – Realizzano lavori per il nuovo acquedotto a Colcanino, piccola frazione di Sassoferrato, e al posto di conferirli in un apposito centro di analisi e smaltimento, scaricano 50 metri cubi di roccia mischiata ad asfalto nella natura. Un’altra triste storia d’inciviltà e di rifiuti abbandonati a Sassoferrato. Questa volta  nel comprensorio del Monte Strega. Operai di una ditta del pesarese, che partecipa ai lavori commissionati da Viva Servizi Spa per modernizzare le condutture d’acqua delle frazioni vicino a Monterosso Stazione, hanno scaricato una parte dell’asfalto e del materiale roccioso rimosso dagli scavi a meno di un chilometro e mezzo dal luogo dove avevano lavorato. A segnalare la discarica sono stati alcuni residenti incuriositi dal via vai dei camion che, fotografie alla mano, hanno chiesto spiegazioni all’ufficio tecnico comunale e fatto scattare immediatamente un controllo da parte dei militari della Stazione Carabinieri Forestale sentinate.

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Sul fatto che sono stati abbandonati  e non banalmente stoccati, non ci sono dubbi: le tre montagne di terra sono state lasciate ai margini della stradina non asfaltata e poco transitata che porta a Borgo Castiglione, lungo un piccolo corso d’acqua,  e a ben 450 metri dal bivio con la strada frequentata da pochissimi residenti che collega la località di Baruccio a Monterosso Stazione.
Denunciato il titolare della ditta di movimento terra con sede a Piobbico. Dovrà rispondere del reato di gestione illecita di rifiuti e farsi carico della bonifica. Rischia fino a due anni di arresto e, qualora i rifiuti risultassero classificati come “pericolosi” dopo le analisi, potrebbe pagare un’ammenda fino a 26mila euro.

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Tutto è successo la scorsa settimana. I rifiuti, stimati in circa 50 metri cubi, sono stati immediatamente sequestrati e saranno analizzati nei prossimi giorni dall’Arpam di Ancona. E’ accertato che provengono da un cantiere stradale e dunque si tratta di terra e roccia che potenzialmente potrebbero essere contaminati poiché mischiati anche a pezzi di asfalto e anche di plastica. Invece di conferirle presso il centro di recupero specifico dove dovevano essere analizzati, bonificati e poi riciclati, gli operai hanno scaricato i rifiuti poco lontano dal cantiere, sperando probabilmente di risparmiare sui costi di trasporto e di gestione.
Véronique Angeletti@civetta.tv