Coldiretti: appello #stopCeta ai parlamentari marchigiani. L’accordo UE-Canada uccide grano e prodotti DOC

stop-ceta-t-shirts-mens-v-neck-t-shirtI parlamentari marchigiani devono dire no all’accordo tra Ue e Canada che uccide il grano e i prodotti “doc” della nostra regione. A chiederlo sono i duecento agricoltori della Coldiretti Marche scesi in piazza a Roma, davanti Palazzo Montecitorio, per l’iniziativa #stopCeta, assieme a migliaia di colleghi delle altre regioni e ai rappresentanti di Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. Il trattato di libero scambio è stato firmato dall’Unione Europea e dal paese nordamericano e l’Italia è ora chiamata a ratificarlo in Parlamento, nonostante rappresenti un grave rischio per il settore agroalimentare. Il via libera all’accordo, denuncia Coldiretti, rappresenterebbe innanzitutto un precedente pericoloso a livello internazionale in quanto si legittima la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali. Tra l’altro, nessuno dei prodotti Dop e Igp marchigiani rientra nell’elenco delle appena 41 Dop e Igp tutelate sulle 291 totali. Ma nessun limite è previsto nell’accordo neppure per i wine kit che promettono di produrre in poche settimane le etichette più prestigiose dei vini italiani, compreso il nostro Verdicchio. Il trattato spalanca poi le porte all’invasione di grano duro canadese, trattato in preraccolta con il glifosato, vietato in Italia perché sospettato di essere cancerogeno. Ciò è particolarmente grave per una regione, come le Marche, che è oggi il terzo granaio d’Italia, con il 14 per cento dell’intero territorio regionale che è coltivato a frumento. Inoltre, il Ceta favorisce anche l’arrivo di ingenti quantitativi di carne a dazio zero da un Paese dove è possibile utilizzare ormoni negli allevamenti, a differenza di quanto avviene da noi, dove si è puntato sulla qualità delle produzioni, con la Razza Bovina Marchigiana che rappresenta oggi una delle eccellenze zootecniche nazionali. Tutto ciò senza dimenticare i timori legati al fatto che nel Trattato manca il riferimento alla portata vincolante del principio di precauzione, consentendo di fatto l’arrivo di prodotti sui quali sono usate sostanze attive vietate da decenni nella Ue. “Occorre che deputati e senatori della nostra regione comprendano i gravi rischi che si nascondono dietro il trattato e votino no alla sua ratifica – spiegano Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche, e il direttore Enzo Bottos che hanno guidato il gruppo marchigiano -. Solo così sarà possibile tutelare l’economia, l’ambiente e la stessa salute dei cittadini di questo territorio”. Contro il trattato si sono già pronunciati quaranta comuni marchigiani e altri novanta stanno per farlo, assieme alla Provincia di Ancona, di Ascoli Piceno e alla Regione Marche, che ha raccolto l’appello di Coldiretti inserendo d’urgenza il problema Ceta nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale, in programma martedì 11 luglio.

Comunicato Ufficio Stampa Coldiretti Marche – Massimiliano Paoloni

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