COLDIRETTI MARCHE, STORICA BOCCIATURA DELL’ACCORDO UE-CANADA DAL CONSIGLIO REGIONALE

Clipboard01 Clipboard02 Clipboard03Storica bocciatura dell’accordo Ue-Canada da parte del consiglio regionale delle Marche che per primo in Italia si è pronunciato all’unanimità contro la ratifica del trattato di libero scambio Ceta che mette a rischio le produzioni agricole della nostra regione. A sottolinearlo è la Coldiretti che esprime soddisfazione per il pronunciamento dell’assise che impegna la Giunta a chiedere al Parlamento di non ratificare il patto e raccoglie l’appello lanciato la scorsa settimana con la grande manifestazione a Roma promossa dalla Coldiretti assieme ad un’inedita alleanza, dalla Cgil a Legambiente, da Slow Food a Greenpeace, fino alle associazioni dei consumatori. “Il voto del Consiglio regionale dimostra che quando c’è di mezzo il bene comune è possibile superare steccati e andare oltre le appartenenze ed è per questo che esprimiamo il nostro ringraziamento al Governo regionale e alla sua maggioranza e alle forze dell’opposizione – spiegano Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche e il direttore Enzo Bottos -. Il Ceta rappresenta un rischio per l’Italia e il no venuto oggi dalla Regione Marche non potrà non essere preso in considerazione dal Parlamento, tanto più se altre regioni seguiranno il suo esempio”. Contro l’accordo, su iniziativa di Coldiretti, si sono già schierati oltre un centinaio di comuni marchigiani, assieme alle Province. Ma è rivolta anche tra i Consorzi di Tutela delle produzioni a Denominazione di origine, dall’Istituto marchigiano di tutela vini alla Dop dell’Olio di Cartoceto. Tra l’altro, nessuno dei prodotti Dop e Igp marchigiani rientra nell’elenco delle appena 41 Dop e Igp tutelate sulle 291 totali. Ma nessun limite è previsto nell’accordo neppure sulla produzione dei wine kit, le scatole per fare il Verdicchio in casa usando polveri e sciroppi, di cui il paese nordamericano è il massimo produttore mondiale, con un danno incalcolabile di immagine per le nostre Doc più famose. Il trattato spalanca poi le porte all’invasione di grano duro canadese, trattato in preraccolta con il glifosato, vietato in Italia perché sospettato di essere cancerogeno. Ciò è particolarmente grave per una regione, come le Marche, che è oggi il terzo granaio d’Italia, con il 14 per cento dell’intero territorio regionale che è coltivato a frumento. Inoltre, il Ceta favorisce anche l’arrivo di ingenti quantitativi di carne a dazio zero da un Paese dove è possibile utilizzare ormoni negli allevamenti, a differenza di quanto avviene da noi, dove si è puntato sulla qualità delle produzioni, con la Razza Bovina Marchigiana che rappresenta oggi una delle eccellenze zootecniche nazionali.

Ufficio Stampa Coldiretti Marche
Massimiliano Paoloni

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