Pietro Paolo Agabiti

Pietro paolo agabiti

Incerta è la data della sua nascita. Seguace di Cima da Conegliano, subì anch’egli l’influenza di Alvise Vivarini. La sua prima opera a noi nota è la Madonna tra i SS. Pietro e Sebastiano del museo di Padova (1497). Un documento comunale a Serra de Conti parla di un grave fatto di sangue accaduto a Sassoferrato nel quale si trovò coinvolto il giovane Agabiti. È forse questa dunque la data in cui Pietro Paolo, per salvarsi dalla giustizia, lasciò Sassoferrato e andò volontariamente in esilio. In quanto a date precise nella vita dell’Agabiti ce ne sono poche. Si desume che egli sia andato in Romagna e quindi nel Veneto. Tornò poi nelle Marche, a Jesi, nel 1496. Dopo il 1510 fu di nuovo a Sassoferrato, dove dipinse la tavola di Catobagli (1511) e, nel 1524, il San Benedetto di Santacroce di Sassoferrato. Nel 1531 si 14 ritirò nel convento francescano della Romita presso Cupramontana, ove morì. Per quanto riguarda la sua formazione artistica, si formò sugli esempi di scuola veneta, poi fu preso dalle nuove maniere importate dal Lotto, dal Palmezzano e altri. Delle molte sue opere ricordiamo: la Natività (1511) nella chiesa di Santa Maria del Piano in Sassoferrato; la Madonna in trono tra i SS. Fortunato e Giovanni Battista (1519-1521) nella chiesa di San Fortunato presso Sassoferrato; la Madonna in trono tra i SS. Francesco e Antonio da Padova e la Rappresentazione delle Stimmate di San Francesco (1538) nella Pinacoteca di Jesi. Delle sue opere di architettura, di cui fanno cenno alcuni studiosi, non rimangono che le piccole logge di un palazzo di Sassoferrato, lavoro da collocarsi attorno al 1525. Esperienza determinante per quanto riguarda la sua ulteriore maturità artistica fu l’incontro nelle Marche con le opere che Antonio Solario eseguì a Fermo, Macerata, Osimo e in altri centri del piceno. Oltre le già citate, altre sue opere, datate e firmate, sono: Vergine con bambino, San Marco e Santa Maria Maddalena (1511; Museo civico di Sassoferrato); Vergine in trono con Bambino, San Giovanni Battista e San Girolamo (collezione privata milanese); Vergine in trono con Bambino, San Giovannino e Santa Caterina (1522; collezione George Eneil, Montreal); Madonna in trono con Bambino e santi (1528; Pinacoteca civica di Jesi); Predella con Natività, Adorazione dei Magi, San Girolamo, San Sebastiano e San Rocco (1528; Pinacoteca civica di Jesi); Madonna con Bambino, San Lorenzo e San Demetrino (1530; Abbadia di San Lorenzo in Campo); Natività (1534; Museo cristiano di Esztergom, Budapest). Molti di questi dipinti testimoniano chiaramente – così come il San Francesco che riceve le stimmate, del 1528, alla Pinacoteca comunale di Jesi – l’intricata formazione dell’artista, influenzato da molti pittori quali il Cima, il Palmezzano, il Crivelli, nonché il Signorelli, con il quale l’Agabiti lavorò a Jesi dal 1507 al 1510.
Da Dizionario Biografico dei Marchigiani – Edizione Il Lavoro editoriale Ancona – Terza Edizione in DVD – 2007