LA CRISI a Fabriano non si ferma più e arriva a cifre da record!

LA CRISI a Fabriano non si ferma più e arriva a cifre da record. I disoccupati riconosciuti dall’Inps nel Fabrianese nel 2012 si impennano a quota 4.171, ovvero oltre mille in più del 2011 con una crescita impressionante del 34%, mentre i cassaintegrati in deroga – ovvero quello delle sole aziende con meno di 15 dipendenti – sempre nell’anno appena archiviato sono arrivati a ben 805 nella sola città di Fabriano contro i 526 dell’anno precedente.

Numeri da autentica emergenza quelli che saltano fuori dall’osservatorio socio-economico commissionato dalla Fondazione Carifac a docenti ed esperti dell’Università Politecnica delle Marche da cui, appunto, emerge una fotografia di una città e un territorio quasi in ginocchio di fronte alla crisi ormai acutissima. Soffre sempre più, dunque, il distretto metalmeccanico ed in particolare sono i piccoli a pagare davvero salato il conto alla recessione proprio attraverso l’aggancio alla cassa integrazione in deroga, ultimo appiglio per tenere in vita decine di imprese artigiane a rischio default. Non solo gli 805 lavoratori delle ‘pmi’ fabrianesi in cassa, ma anche i 94 di Sassoferrato, gli 89 di Cerreto d’Esi e i 30 di Serra San Quirico a dimostrare come decisamente tante siano le realtà con il fiatone.
“Peraltro – afferma Gian Luca Gregori, preside della facoltà di economia della Politecnica – i dati ufficiali  nemmeno consentono di individuare con precisione i numeri del reale quadro tragico in divenire, che produrrà effetti anche sul patrimonio abitativo, sul commercio e relativamente ad ogni attività economica. E’ comunque evidente come la problematica principale attiene alla perdita e mancanza di lavoro, che ha avuto ripercussioni anche dal punto di vista sociale, provocando il venir meno di punti di riferimento, di interessi e perfino l’aumento del rischio di abuso di sostanze stupefacenti e alcool. Pertanto, la maggior parte degli interventi, anche quelli relativi al sociale, dovrebbero avere come finalità incentivazione dell’occupazione”.

Dalle interviste a campione su cittadini, associazioni e aziende sono emerse precise priorità di intervento. “Innanzitutto l’internazionalizzazione, ritenuta una delle possibili strategie per superare la crisi economica e la conseguente perdita di mercati. Dai focus group e questionari somministrati agli imprenditori, emerge, tra le attività che potrebbero favorire l’internazionalizzazione, la creazione di eventi di contatto con clienti e fornitori esteri. Inoltre, le piccole e medie imprese necessitano di consulenza per comprendere come, dove e perché iniziare a vendere in mercati esteri. Il credito, invece, rappresenta una problematica rilevante per tutte le imprese che devono fronteggiare un’uscita finanziaria oggi ed un rientro domani, e spesso si traduce nell’impossibilità di evadere ordini già presenti in casa”.