Ennesima riconversione per l’ospedale di Sassoferrato

Ennesima riconversione per l’ospedale di Sassoferrato. Colpito dal piano che riordina la sanità, il presidio ospedaliero Sant’Antonio Abate si trasforma questa volta in Casa della Salute. Una struttura presidio H24, sede della residenza protetta (in costruzione), della residenza sanitaria assistita e di varie ambulatori. Una riconversione che potenzia le attività territoriali e residenziali ma trasferisce a Fabriano l’unità ospedaliera di medicina riabilitativa. Convinta, fino all’altro ieri, che la costituzione di una casa della salute non si sarebbe accompagnato dalla perdita del reparto ospedaliero,a difesa del mantenimento del reparto è scesa in campo l’amministrazione. Ieri sono stati convocati dal sindaco Ugo Pesciarelli tutti i capigruppi per redigere una mozione da sottoporre alla civica assise prevista per martedì prossimo. Diretto dal dottore Paolo Taruschio, l’unità di medicina riabilitativa è un reparto pubblico in funzione dal 1991 nel sentinate. Un unità pioniera che oggi è considerata come un modello di efficacia e di efficienza. Nel 2012, ha accolto 225 ricoveri e, di frontiera con l’Umbria, ha erogato un 30 % di prestazioni per pazienti fuori Marche mantenendo tempi di attesa pari a sette giorni. L’unità utilizza i suoi posti letti oltre il 90 % al punto che questi giorni i vertici del reparto, per problemi anche di personale, hanno dovuto sospendere le terapie ai pazienti esterni. Nel reparto ci lavorano tre medici e, sei terapisti. Si curano problemi di disabilità legati a malattie che coinvolgono le funzioni motoria, cognitiva, emozionale o malattie del sistema nervoso, osteo-articolare e respiratorio. Un reparto dunque fondamentale per un comprensorio dalla geografia complessa caratterizzato da una popolazione over 65 anni e spiega in parte il perché già nell’ottobre 2010 il consiglio comunale si era espresso a difesa del presidio ospedaliero chiedendo il consolidamento sia dei posti letti della riabilitazione (18), di quelli della Rsa (20), di riattivare i 18 posti letti del reparto di lungodegenza , l’attivazione di una residenza protetta (36) e il mantenimento dei ambulatori specialistici. Una mozione quasi dovuta ad un paese che si è sempre pentito di non aver difeso abbastanza il suo ospedale. Quando nel 1992 la chirurgia è stato chiusa e trasformata in riabilitazione; quando nel 1996 si è accorpato il reparto di medicina con quello di Fabriano con un unico primario; quando nel 2000 i posti della medicina e altri 20 della Rsa sono stati trasferiti a Fabriano, i rimanenti posti sono diventati lungodegenza e si è costituito l’unità operativa complessa di riabilitazione. Proprio quella che nel 2013 si vuole spostare.

VERONIQUE ANGELETTI