Fiutato il veleno…

100_0288 - CopiaSassoferrato – Sulla morte di tre cani da caccia che domenica 18 ottobre hanno mangiato bocconi avvelenati sul Monte del Gobbo, gli uomini del Corpo Forestale del Comando sentinate, il comandante Ciro Bertellini e il suo vice  Luca Lucchetti, proseguono nelle loro indagini. La settimana scorsa hanno chiesto il supporto dei due nuclei Cinofili Antiveleno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Uniche unità che operano in Italia. I cinque cani hanno setacciato il monte dalle ore 10 alle ore 12, il 27 ottobre, e localizzato tre posti ben precisi. “ Non escludiamo  – ha precisato il sovrintendente forestale Alessandra Mangoche i bocconi erano di più e le esche e gli odori sono spariti perché mangiati dagli animali selvatici”. L’avvio dell’attività dei Nuclei Cinofili Antiveleno è frutto di un progetto europeo chiamato Life Antidoto per contrastare l’avvelenamento dei grandi carnivori e dei rapaci necrofagi. Un progetto importante che si è attivato in collaborazione con l’Aragona e l’Andalusia dove esiste un centro che forma i cani a fiutare e segnalare la presenza di veleno. Ed è in quel centro che sono stati formati i cinque cani che, dopo sono stati affidati ai due nuclei cinofili antiveleno gestiti dall’ente Parco e dal CTA del Corpo Forestale. La loro azione è così utile che questo progetto avrà un finanziamento straordinario dal ministero dell’Ambiente. “I cani Dingo, Karma e Maya sono Pastori Belga Malinois dal carattere esuberante e fortemente ricettivo, Jonai è un Labrador nero dal carattere docile mentre Datcha è una socievole e giocherellona Border Collie – commentano i loro istruttori il sovrintendente del corpo forestale Alessandra Mango, l’assistente Luca Festuccia e l’operatore del Parco Alceste Angelini”.

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