Con l’oro nero russo si costruisce il nuovo ospedale di Amandola

Rosfnet 2La compagnia petrolifera russa Rosneft ha donato 5 milioni di euro, la donazione maggiore ricevuta fino a oggi, per contribuire alla ricostruzione post sisma. La giunta della regione Marche, riunita venerdì 28 aprile a palazzo Raffaello, ha approvato lo schema di contratto che stabilisce la destinazione della somma e rende effettiva la donazione e ha deciso di dedicarla alla costruzione del nuovo ospedale di Amandola. Il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli ha immediatamente espresso grande soddisfazione per la notizia. “La ricostruzione delle strutture sanitarie – ha detto il presidente Luca Ceriscioli – ha carattere prioritario per la ripresa dei  luoghi colpiti dal sisma“. “Siamo molto soddisfatti – ha commentato l’assessore Fabrizio Cesetti – perché le preoccupazioni segnalate sul futuro dell’ospedale di Amandola subito dopo il sisma sono ora totalmente superate“.

I 5 milioni si sommano ai 12 milioni già previsti per la realizzazione del nuovo ospedale con medicina, chirurgia e un Rsa di 20 posti letto che a parere del Sindaco di Amandola necessita di non meno di 20 milioni.

Ma chi è Rosneft?

È il leader dell’industria petrolifera della Russia ed è  la più grande compagnia petrolifera pubblica quotata.  Fa ricerca, esplorazione di depositi di idrocarburi, estrae petrolio, gas e gas condensati, elabora progetti a monte di offshore, cura la trasformazione e la vendita del petrolio, del gas in Russia e all’estero. La sua rete di vendita comprendeva, nel 2015, oltre 2.500 stazioni di rifornimento proprie tra cui 194 stazioni di rifornimento in Ucraina, Bielorussia, Abkhazia e Kirgizia, oltre 1.800 negozi, quasi 700 caffetterie ed esattamente 174 lavaggi auto. Addirittura un’ottantina dei punti vendita hanno anche officina meccanica. Una società pubblica dunque ben decisa non solo a fornire petrolio raffinato ma anche a costruire un marchio con servizi.

vladimir-putin-at-rosneft-gas-stationLa compagnia ha solo quattordici anni, è stata fondata nel 1993, e rimane tra le società strategiche della Russia. Il suo principale azionista (50%) è JSC ROSNEFTEGAZ, società interamente di proprietà del governo russo ma con il coinvolgimento anche di privati. L’inglese British Petroleum (BP) nella sua componente Russian Investment che detiene il 19,75% delle azioni e a dicembre 2016, un’altra fetta della società (19,5%) per ragioni di ricapitalizzazione è stata privatizzata e ceduta a QHG Shares Pte. Ltd. Una cordata composta da Glencore e Qatar Investment Authority. Glencore è la più grande compagnia commerciale al mondo nel campo minerario e di scambio merci. È una multinazionale anglo-svizzera che, dal 1974, ha impianti di produzione per gas naturale, petrolio, carbone, minerali, metalli, produce e lavora prodotti agricoli e dunque è presente anche nel settore alimentare.

L’anno scorso, il gruppo russo ha avviato anche una collaborazione con l’Eni siglando un accordo di cooperazione riguardante l’esplorazione, la produzione, la raffinazione e lo sviluppo tecnologico. Intesa che lascia presagire un interesse degli italiani a far parte dell’azionariato od almeno a lavorare a stretto contatto con i russi come è evidenziato nella cessione pochi mesi fa a Rosneft di una quota del 30% nella concessione di Shorouk, off shore dell’Egitto, all’interno del giacimento gas di Zohr. Giacimento ritenuto nel paesaggio mondiale dell’energia una delle scoperte più rilevanti. L’operazione fa incassare all’Eni 1,125 miliardi di dollari ed anche un rimborso pro quota da parte di Rosneft degli investimenti(450 milioni di dollari) già effettuati.

220px-Rosneft-azsForte dei suoi 106 mila dipendenti, Rosneft ha chiuso il suo bilancio con un fatturato di 54  miliardi di dollari. Fatturato  in calo per causa del crollo del prezzo del barile made in Urali.

I suoi principali beni sono in Russia ma vanta un portafoglio diversificato in regioni ricche di petrolio e gas come Venezuela, Ecuador, Cuba, Canada, USA, Brasile, Norvegia, Germania, Italia, Algeria, Mongolia, Cina, Vietnam, Turkmenistan, Bielorussia, Ucraina e negli emirati arabi.

Rosneft possiede 10 raffinerie importanti e diverse mini raffinerie in Russia con cui ha prodotto nel 2015 un volume di 84,7 miliardi di tonnellate. In Germania, ha delle quote in quattro raffinerie con una capacità – referendosi alle sue quote –  di 11,5 milioni di tonnellate. La trasformazione del petrolio in Bielorussia viene effettuata in base ad un accordo di trasformazione di raffinazione presso Mozyrsky di cui è proprietaria al 21%. La rete di distribuzione comprende 59 regioni in Russia e paesi vicini all’estero.

Nel 2015, Rosneft ha riaffermato la sua leadership tra le compagnie petrolifere mondiali in termini di riserve idrocarburi e di risorse idrocarburiche. La quota di Rosneft nella produzione petrolifera all’interno della Federazione Russa è di 40 % e supera il 5% a livello mondiale.

La società produce anche prodotti petrochimici. Nel 2015, l’impianto di polimero Angarsk ha lavorato 660 mila tonnellate di materie prime e ha prodotto 441 mila tonnellate di prodotti petrolchimici ad alto margine. Rosneft sta anche sviluppando attivamente la produzione di oli.

La struttura aziendale comprende anche impianti di trattamento del gas nella regione di Samara, la cui capacità è di 1,8 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Una caratteristica distintiva di Rosneft è che la società russa è proprietaria di terminali di esportazione e sta attuando programmi completi di espansione e ammodernamento per garantire che la loro capacità soddisfi le future esigenze di esportazione. La società sta concentrando i propri sforzi sullo sviluppo del potenziale intellettuale e tecnologico del settore basandosi sulla scuola universitaria petrolifera della Russia  e in partnership con le principali compagnie internazionali del petrolio e del gas.

Véronique Angeletti@civetta.tv

Fonti: https://www.rosneft.com/

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