Sgombero per cinque residenti di Genga: troppi pericoli

Sperone roccioso del Monte San Pietro di GengaGenga – Natale fuori casa per cinque abitanti di Mogiano e di Pontechiarodovo. Un ordinanza di sgombero impone ai residenti delle frazioni gengarine di lasciare casa. Il pericolo di un enorme sperone roccioso di scaglia rossa,  sul lato sinistro del Monte San Pietro, che la scossa del terremoto di ottobre 2016 ha reso instabile, non lascia scampo al sindaco Giuseppe Medardoni. <<Dalle relazioni tecniche emerge un grave problema – spiega – e, nel mentre, si sta individuando gli interventi necessari per la messa in sicurezza dell’area, l’amministrazione tutela i suoi cittadini.>>
Alto un palazzo di cinque piani, la roccia del volume di 18mila tonnellate, minaccia diverse case disabitate ed occupate, un tratto di strada comunale, ed è anche un pericolo per la tratta ferroviaria Ancona-Roma e per la superstrada 76.
Ma mentre sull’instabilità della roccia tutti sono unanimi, sulla sua messa in sicurezza i pareri sono discordanti. Per i tecnici delle Ferrovie dello Stato che hanno segnalato il problema, ad aprile, ed il team incaricato dal comune di Genga, la soluzione è una demolizione controllata; per la soprintendenza delle Marche, il paesaggio è sotto tutela, la roccia va intelaiata e tre ordine di rete paramassi alte 5 metri e lunghi 30 vanno disposte. Un parere conservativo condiviso da Italia Nostra, Fai, WWF, Lupus in Fabula, Forum Paesaggio Marche, Lipu, Pro Natura, Terra Madre,per cui il gigante di pietra << è un’emergenza geologica, un sito di nidificazione di rapaci nel cuore del Parco Gola della Rossa e di Frasassi e la sua distruzione andrebbe ulteriormente devastare un’area già stressata da Quadrilatero e dai cavatori.>>
Véronique Angeletti@civetta.tv