Apertura della Porta Santa a Fabriano, alla Madonna del Cerro e a Matelica

Rotondo 1La festa di Santa Barbara è una festa molto sentita nell’entroterra anconetano. È la Santa che protegge il lavoro nelle cave, meraviglie della natura come le grotte di Frasassi e che ricordano  i tempi di quando quel lembo di terra era il polo estrattivo più importante d’Europa e, per migliaia di famiglie, l’oro era giallo zolfo. Ragione per cui, il vescovo di Fabriano e Matelica, Don Giancarlo Vecerrica, è, da sempre, presente alla festa di Santa Barbara. Iniziando dalle apertura_porta_santagrotte di Frasassi, dove ha celebrato il giorno del 4 dicembre, alle 18 la messa dedicata alla Santa con i parroci di Genga e frazioni, don Claudio, don Graziano e don Enrico. Messa che è stata commovente alla stregua di quelle che hanno coinvolto i paesi di Cabernardi, domenica mattina e Rotondo, domenica pomeriggio. “Una festa resa ancora più bella dall’imminente giubileo della Misericordia – ha sottolineato Don Giancarlo – e dal permesso, unico nella storia della chiesa, di Papa Francesco di aprire la Porta Santa anche nelle diocesi. Apertura che faremo domenica 13 dicembre, alle  16,30 nella cattedrale Basilica di Fabriano, sabato 19 alle ore 16 nel Santuario della Madonna del Cerro di Sassoferrato e domenica 20 dicembre nella concattedrale di Matelica”.

La Santa Barbara è stata inoltre l’occasione per il vescovo di ricordare ai fedeli il messaggio del martirio della giovane. Una ragazza, appena adolescente, nata a Nicodema, che si era trasferita a Rieti per seguire il padre a servizio dell’imperatore dei Romani. Segregata in una torre per isolarla dai suoi corteggiatori, Barbara non riesce a nascondere la sua fede in Gesù al padre che la denuncia e personalmente la decapita. Boia che morirà immediatamente dopo fulminato.

Rotondo 2La storia del suo martirio – spiega il vescovo – è un messaggio importante soprattutto di questi tempi. Quello che distingue il cristianesimo dalle altre religioni è che mentre le altre cercano Dio, il cristianesimo lo ha già trovato. Dio è venuto tra di noi. Non proponiamo un’idea di Dio ma annunciamo che Dio si è incarnato tra di noi per la nostra salvezza. Santa Barbara ha difeso con la vita quest’annuncio. Ha difesa la sua identità di cristiana. Rotondo 3Quell’identità di cui dobbiamo essere orgogliosi, come essere orgogliosi del dono che ci ha fatto Gesù: quello della misericordia. Un’identità, l’annuncio della venuta di Dio sulla terra, che dobbiamo mettere nella nostra difesa del presepe”.

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

Categorie correlate: