La Costa non può accapararsi tutto : il sostegno del Vescovo

12650506_10206948400562275_1196921729_n - Copia - CopiaMontagna – Paladino della sua comunità Don Giancarlo Vecerrica. Lo ha di nuovo dimostrato agli Stati Generali della montagna marchigiana, che si svolgeva a Fabriano venerdì 5 febbraio. La città della Carta ospitava le unioni montane tanto per fare il punto dello stato dell’arte ad un anno dalle loro costituzioni.

Al  Vescovo della diocesi Fabriano – Matelica, il coordinatore dell’Unione degli enti montani Marche, Michele Maiani, aveva affidato il primo intervento ad un tavolo che, quel giorno, si è rivelato decisivo per il futuro montano.

Un convegno che si annunciava politicamente delicato, dominato com’era dal malumore dell’entroterra montano provocato dalla riorganizzazione sanitaria regionale, ma che tutto sommato, in tanti, sopratutto chi lavora al vertice del palazzo della regione, pensavano si sarebbe svolto tra lamentele, suggerimenti e concluso con delle richieste-elemosine. Mentre si è posizionato in una nuova dimensione – quella di un‘area vasta montana che va dal Carpegna fino ai Sibillini – e non vuole assistenza ma esige di avere le entrate dovute per le proprie risorse e per il suo potenziale. Cronaca del convegno

Il Vescovo però, sempre in prima linea per la difesa del Punto Nascite dell’Engles Profili, ha preso di petto la platea dove erano radunati tutti i sindaci che amministrano le unioni montane e tanti altri, evidenziando d’emblée  il pericolo “delle popolazioni della costa che cercano di accaparrarsi tutto a scapito dei nostri comuni montani che hanno una bellezza propria e rischiano di vedere la loro popolazione costretta ad andarsene”. Frase che ha rafforzato consegnando all’onorevole Borghi, presidente nazionale dell’Uncem, l’enciclica di Papa Francesco e citando San Francesco. “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.

Un dono ed una frase che l’onorevole Borghi nel suo intervento conclusivo riprenderà affermando a voce sostenuta che “l’enciclica “Laudato si’” non può essere lettera morta e rimanere nel buonismo senza fare nulla. Siamo i territori perfetti per questo meccanismo politico, culturale, produttivo legato alla sostenibilità che non possono lasciarsi colonizzare ma devono prendere il controllo di sé stessi. Anche nella riorganizzazione istituzionale, nella ridefinizione della governance, detto in parole schiette di chi comanda”.

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

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