Le affinità elettive tra la gratuità del dono dell’artista e quella del dono della cura

Giordano MontorsiDa Sassocorvaro, un piccolo manifesto. Per l’arte e la Pubblica Sanità. Un binomio interessante sopratutto alla luce delle proteste che hanno visto le comunità scendere a difesa dei nosocomi di Sassocorvaro, Fossombrone, Cagli, Fabriano, Matelica, San Severino Marche, Osimo ed altri, indipendentemente dal loro ruolo nella scacchiera della politica sanitaria regionale, preoccupate per i cambiamenti della politica sanitaria regionale.

L’artista Giordano Montorsi, docente dell’Accademia di Brera, va anche oltre. Parte da una riflessione del filosofo Alessando Di Chiara e poi…

La Cura crea dal fango argilloso la forma che modella la vita dove il Divino in-fonde lo spirito dell’essere che si unisce alla terra per poi fare ri-tornare Anima verso il suo essere originario. Da ciò scaturisce il dono dell’Io al Tu che sa creare nel dialogo con la differenza la salubre relazione tra il medico e il paziente. Si tratta di una parola pregna di significati etici e sacri in quanto si realizza all’interno di un’atmosfera di dolore che porta seco il mistero iniquo del male. In questa dimensione la testimonianza della cura, in lotta contro la potenza irrazionale del male degli innocenti, è l’unica possibilità per accedere alla guarigione che si realizza attraverso un tale fare che mentre fa inventa un nuovo modo di fare scienza, cioè attraverso un “modus operandi” che rappresenta lo stile e la maniera dell’artefice della cura: il medico come ricercatore della grande salubrità. Si tratta della stessa forma di espressione attraverso la quale si crea un’opera d’arte che non può avere interessi utilitaristici o ideologici in quanto essa crea per creare così come l’artista-medico cura per curare nella gratuità del dono che si fa bellezza. (Alessandro Di Chiara)”

Giordano Montorsi 2“Nella babele dei linguaggi del nostro mondo malamente globalizzato – commenta l’artista Montorsi – la parola del filosofo aiuta a spiegare il senso del gesto culturale, un semplice dono al Comune di Sassocorvaro e al suo ospedale, di una mia opera recente, come concreto segno di riconoscenza per la presenza e il lavoro della sanità pubblica nel nostro Paese. Molti nel mondo ci invidiano il funzionamento del nostro sistema sanitario, nonostante le sue fragilità e le sue contraddizioni. Io stesso ho potuto sperimentare personalmente il valore di un’assistenza, che mi ha consentito di uscire da situazioni assai difficili e di prevenire derive molto pericolose.

Ma ovunque rivolga lo sguardo, ormai forte di un’esperienza di anni, misuro l’importanza di assicurare a tutti, universalmente, un pieno diritto alla salute, del resto sancito dalla nostra bella Costituzione.

Ecco perché assisto sgomento ai tanti tentativi di ridimensionamento sostanziale di questo sistema così prezioso. Dietro il paravento delle economiche necessità di risparmio della spesa pubblica, sento il profilarsi, insidioso e suadente, della miope imitazione di modelli di altri Paesi, che puntano a esasperate privatizzazioni o a configurare due livelli di assistenza, quelli minimi garantiti a tutti, ma di bassa o media qualità, e quelli riservati a chi ha davvero i mezzi economici per garantirsi una accurata cura e prevenzione. Sullo sfondo, gli interessi non troppo nascosti dei grandi fondi finanziari o delle più importanti compagnie assicurative.

IMG-20160305-WA0019Ho speso una vita intera, da semplice artista, per esplorare le mille vie della creatività, alla ricerca di una bellezza autentica, oltre ogni convenzione. Ma nulla mi è apparso più bello del gesto di un medico, di un infermiere, di un operatore sanitario, quando si assumono in modo virtuoso la responsabilità della cura, alleviando le umane sofferenze. E questa bellezza deve essere alla portata di tutti, indipendentemente dai ceti, dalle provenienze, dalle opinioni.

Non nego ovviamente l’importanza di provvedimenti riformatori e anche di razionalizzazione della spesa, ma essi devono essere orientati a rafforzare i servizi e non a indebolirli e non a privatizzarli in modo indiscriminato.

Un artista non è certo un politico, ma non può vivere, come nessuno di noi che si trova ospite del tempo, in un suo mondo privilegiato, per quanto prezioso ed inquieto. Ho infatti sempre pensato che l’arte possa ritrovare molte delle sue ispirazioni perdute, alimentandosi del confronto concreto con la vita delle donne e degli uomini, che si trovano oggi a fare i conti con nuovi pericoli, ma anche con nuove potenzialità.

Del resto non poche sono, come ci ha ricordato la parola del filosofo, le affinità elettive tra la gratuità del dono dell’artista e la gratuità del dono della cura. Quel dono che si fa bellezza.

IMG-20160305-WA0023Ecco perché con l’affidamento di una mia opera al Comune di Sassocorvaro, un piccolo comune, ma che fa della bellezza e dell’arte un capitolo importante della sua storia e identità culturale, avendo qui dato ricovero e salvezza, con la vicina Carpegna, ai principali capolavori dell’arte italiana durante la Seconda guerra mondiale, vorrei lanciare un appello al mondo dell’arte, ai tanti amici e colleghi, con i quali ogni giorno mi trovo a discutere, per difendere la sanità pubblica in Italia, anche attraverso tante donazioni e tante discussioni, in una mobilitazione civile e culturale di cui la nostra fragile democrazia ha oggi così urgente bisogno. Lo chiamerò: PICCOLO MANIFESTO DI SASSOCORVARO. PER UN INCONTRO VIRTUOSO TRA L’ARTE ITALIANA E LA PUBBLICA SANITÀ al quale sin da ora chiedo di aderire, disponibile a valutare, con tutti coloro che lo vorranno sottoscrivere, le più diverse iniziative in ogni parte del nostro magnifico Paese.

GIORDANO MONTORSI Reggio Emilia, Gennaio 2016