Ma fare una campagna sui problemi dell’ospedale è utile ?

partito-democraticoPergola  – Il Circolo Pd della città dei Bronzi Dorati invia la sua riflessione sul blitz mediatico del Sindaco Baldelli sui disfunzionamenti dell’ospedale:

Fino all’altro ieri – scrive Guido Peverieri, il segretario del Pd locale – chiedevano l’azzeramento del Piano Sanitario Regionale e manifestavano contro decisioni della Regione che non riguardavano l’Ospedale di Pergola. Poi qualcuno gli ha fatto osservare che, dati i trascorsi storici, non era il caso di farsi fotografare sotto l’Ospedale “A. Celli” di Cagli. Così come era del tutto fuori luogo chiedere l’azzeramento del PSR perché la cosa equivaleva a tagliare con le proprie mani il ramo che regge anche il nostro ospedale.

Sicché i due fratelli Baldelli hanno pensato bene di mettersi a dare la caccia ai problemi interni che, essendoci da tutte le parti, ci sono anche dentro l’ospedale di Pergola. Tattica, questa, sicuramente più efficace (dal loro punto di vista) rispetto a prima. Anche perché l’Azienda Sanitaria regionale sembra andargli dietro puntualmente, senza preoccuparsi di chiarire se, di taluni problemi, aveva già pianificato le soluzioni prima che i Baldelli intervenissero. Sta di fatto che la gente è contenta: “Questi sono due bravi ragazzi, bisogna lasciarli fare. Con loro l’ospedale è in buone mani”.

Guido PeverieriNoi però, pur riconoscendo che alcune segnalazioni sottendo problemi seri, dobbiamo cercare di capire quali possono essere le conseguenze del loro operato e per fare questo non possiamo fermarci ai filmati o alle dichiarazioni. Né possiamo farci impressionare dal decisionismo dei due o dai carabinieri che arrivano a sirene spiegate nel pieno della notte.

Un ospedale è un ambiente di lavoro che ha la missione speciale di occuparsi della salute delle persone che vi entrano dentro. Come tale non è attrezzato per ospitare i teatrini della politica o per esserne la cassa di risonanza. Provate a mettervi nei panni di uno che vi lavora dentro e che si vede, anche se indirettamente, coinvolto in un turbinio di polemiche politiche per problemi e disfunzioni che riguardano proprio l’organizzazione dell’ambiente dove lavora. Si sentirà tutto pimpante a svolgere le mansioni che svolge? E come saranno i rapporti professionali con i colleghi che, come lui, avvertono il disagio di lavorare in una struttura utilizzata per fini che poco o niente hanno a che vedere con la sanità?

Ma mettetevi anche nei panni di uno che si reca all’ospedale per riceverne prestazioni sanitarie. Con tutto questo can can mediatico, con i problemi spiattellati ogni giorno dalle cronache locali, pensate che questo signore entra in ospedale a cuor leggero? Non pensate anche voi che, prima o poi, finirà per farsi la domanda: “Ma con tutti sti problemi che c’ha, ce sarà da fidasse de st’ospedale de Pergola o sarà meglio andà da n’altra parte?”.

A questo punto, già che ci siamo, non sarebbe neanche male pensare a quello che può passare per la testa d’un politico eletto in regione. Non interessa tanto sapere se è un consigliere, un assessore o addirittura il presidente. E’ solo che sarebbe interessante scoprire quali possono essere le sue riflessioni quando, tornato a casa la sera e spogliatosi dei panni dell’istituzione e del politico, si trova a ripensare ai fatti della giornata. Tra cui, in particolare, l’ultimo blitz mediatico dei fratelli Baldelli che denunciano a tutti l’ultima disfunzione trovata dentro l’ospedale di Pergola.

Un mio caro amico ha posizioni politiche nettamente diverse dalle mie. Sulla sanità, ad esempio, io penso che la sanità debba assolutamente restare in mano pubblica mentre lui è uno strenuo difensore della sanità privata. Qualche giorno fa, incontrandomi per strada, mi ha detto: “Vedi, con la sanità privata tutto questo non ci sarebbe stato. I responsabili sarebbero stati sollevati dal loro incarico e l’ospedale di Pergola, fonte quotidiana di tanti problemi, sarebbe stato riconvertito in altra struttura o chiuso del tutto. Con buona pace di quelli che, da tempo, non chiedono che questo, e nonostante il vostro generoso impegno per farlo funzionare”. Questo episodio, di per sé paradossale, può aiutarci a capire meglio la situazione in cui siamo e la cura che dovremmo dedicare al nostro ospedale. Evitando di fargli, quotidianamente, tanto clamore d’intorno.

Ma allora cosa dovrebbero fare i fratelli Baldelli che lo vogliono “difendere” a ogni costo? Semplice, devono fare due cose. La prima è che devono smetterla di ripetere, fin da quando erano all’opposizione in comune, che “tanto l’ospedale chiude”. In conseguenza di ciò devono anche smetterla di “difenderlo” a modo loro, creandogli cioè nemici da tutte le parti. La seconda cosa da fare equivale per loro a una “mission impossible”, perché dovrebbero smetterla di fare l’opposizione e iniziare ad assumersi gli oneri e gli onori che toccano a chi governa. Come fanno tutte le amministrazioni, come hanno fatto quelli che li hanno preceduti. Costruendo, non demolendo; relazionandosi con la regione, cercandone il contatto diretto per risolvere i problemi; disponendosi a un lavorio paziente e continuo per conservare “l’eccezione ospedale” che anche loro, come gli amministratori passati, hanno avuto in eredità. Qualcuno dirà che sono cambiati gli schieramenti politici e che non può funzionare. Sbagliato. Ha funzionato in passato e può funzionare in futuro, basta volerlo. La prova, d’altronde, è sotto gli occhi di tutti: è quel parallelepipedo in cemento armato, posto appena fuori Pergola, con quella H sul tetto che s’illumina di notte. Ce ne sono più poche in giro, teniamocela da conto!”

Comunicato dal Pd di Pergola a firma del segretario Guido Peverieri

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