Scacco Matto alla Mac Oil spa: nessuna corsa al petrolio nelle valle del Cesano e del Metauro

Mac oil logoMonteporzio – Per loro doveva essere una tranquilla corsa all’oro nero. Almeno ne era convinta la Mac Oil Spa che, nel 2015 inoltrò presso il Ministero dello Sviluppo Economico un’istanza per ottenere il permesso di ricerca in terra ferma denominato “Monte Porzio”. Un nome che traeva in inganno perché la richiesta usava il piccolo comune pesarese solo come toponimo, e cercava in realtà giacimenti di petrolio, olio e gas in ben 16 comuni  tra le province di Ancona e Pesaro, a cavallo tra le valli del Cesano e del Metauro. Prospezioni ad ampio raggio di cui nessun ufficio tecnico, nessuna amministrazione, era al corrente e che coinvolgevano quasi 210 chilometri quadrati di territorio inglobando in un’unica concessione i comuni di Barchi, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Fratte Rosa, Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio, Montemaggiore al Metauro, Orciano di Pesaro, Ostra, Piagge, San Costanzo, San Giorgio, San Lorenzo in Campo, Senigallia e Trecastelli, che raggruppa Ripe, Castel Trivelle zero marcheColonna e Monterado. Un indagine che sarebbe passata  inosservata se non ci fossero stati ad avvertire subito sindaci, giunte ed uffici tecnici gli attivisti di Trivelle Zero/Marche in constante contatto con la rete di chi difende i territori – anzi intere regioni come la Basilicata o l’Abruzzo – dalla Deriva Fossile. Merito dunque del Gruppo Fuoritempo di San Michele al Fiume, degli Anarchici della Valcesano di Ponte Rio, quelli dello spazio autogestito Grizzly di Fano e quelli di Arvultùra di Senigallia. Una mobilitazione più che riuscita che coinvolse tutte le Istituzioni. Dai comuni alla regione Marche. dai sindaci ai consiglieri regionali e agli eletti in Parlamento.

FB_IMG_1438873904491Oggi la guerra è finita. Nel Bollettino Ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse del 30 settembre c’è la chiusura del procedimento e il rigetto dell’istanza di permesso di ricerca «MONTE PORZIO» presentata dalla Società Mac Oil S.p.A. Il Direttore generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche, con determinazione del 20 settembre 2016, n. 25120, ha disposto il rigetto dell’istanza di permesso di ricerca «MONTE PORZIO», presentata dalla Società Mac Oil S.p.A., ricadente nelle province di Ancona e Pesaro-Urbino, e pubblicata nel B.U.I.G. Anno LIX – N. 4, in ragione della determinazione della Commissione CIRM del 27 novembre 2015 e della mancata produzione da parte della società Mac Oil S.p.A. nei termini prescritti, delle controdeduzioni susseguenti al preavviso di rigetto del 30 maggio 2016, n. 15025

Una battaglia dura quella dell’istanza Monte Porzio dove si era evidenziato l’inquinamento legato ai rischi d’incidenti, d’incendi, d’esplosione, di contaminazione delle falde acquifere, di fuoruscita, di radioattività ma anche alla capacità di generare onde anomale in grado di innescare terremoti. Esperti addirittura avevano evidenziato il problema della sismicità indotta in Olanda e in Spagna di cui le nostre terre, anzi l’Italia Centrale, non ha bisogno per manifestare tutta la sua fragilità.

Trivelle nell'adriaticoNemmeno con i proventi, le royalties, la ricaduta economica, il gioco valeva la candella. Per chi estrae olio, petrolio dal mare  fino a 50.000 tonnellate si sa non si paga nulla e dopo, l’aliquota è del 4%; da terra, chi estrae è esente fino a 20.000 tonnellate poi paga il 7%. E sul metano? Se estratto dal mare, sui primi 80 milioni di metri cubi non si devono pagare royalties e poi un secco 7%. Mentre se il gas è estratto da un pozzo di terra ferma, si paga sempre il 7% ma solo dopo aver estratto 25 milioni di metri cubi. Una bolletta così poco salata di cui i petrolieri tuttora continuano a ringraziare.

Véronique Angeletti@civetta.tv

 

Per vedere i confini dell’istanza rigettata…

trivellazioni

http://unmig.mise.gov.it/unmig/istanze/mappa.asp?cod=610