Cercasi petrolio e metano tra le valli del Cesano e del Metauro

 

Mac oil logoTrecastelli – E’ corsa all’oro nero. Ne è convinta la Mac Oil Spa che, tre mesi fa, ha inoltrato presso il Ministero dello Sviluppo Economico un’istanza per ottenere il permesso di ricerca in terra ferma denominato “Monte Porzio”. Un nome che trae in inganno perché la richiesta usa il piccolo comune pesarese solo come toponimo, e cerca in realtà giacimenti di petrolio, olio e gas in ben 16 comuni distribuiti tra le province di Ancona e Pesaro, a cavallo tra le valli del Cesano e del Metauro. Prospezioni ad ampio raggio di cui nessun ufficio tecnico, nessuna amministrazione, era al corrente e che coinvolgono quasi 210 chilometri quadrati di territorio inglobando in un’unica concessione i comuni di Barchi, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Fratte Rosa, Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio, Montemaggiore al Metauro, Orciano di Pesaro, Ostra, Piagge, San Costanzo, San Giorgio, San Lorenzo in Campo, Senigallia e Trecastelli, che raggruppa Ripe, Castel Trivelle zero marcheColonna e Monterado. Un indagine che sarebbe passata dunque inosservata se non ci fossero stati ad avvertire subito sindaci, giunte ed uffici tecnici gli attivisti di Trivelle Zero/Marche in constante contatto con la rete di chi difende i territori – anzi intere regioni come la Basilicata o l’Abruzzo – dalla Deriva Fossile. Merito dunque del Gruppo Fuoritempo di San Michele al Fiume, degli Anarchici della Valcesano di Ponte Rio, quelli dello spazio autogestito Grizzly di Fano e quelli di Arvultùra di Senigallia.

Una mobilitazione più che riuscita come lo dimostra la prima vera assemblea pubblica che si è svoltalocandina mercoledì 5 agosto, al circolo Arci di Ponte Rio. Un fronte comune è nato, senza polemiche ed in un instante. Sono pure intervenuti il sindaco di Monte Porzio, il vice sindaco di Senigallia ed un assessore delegato dal sindaco di San Costanzo. Un modus operandi ereditato dalla battaglia contro la centrale elettrica Turbo Gas di Corinaldo che aveva visto, pochi Intervento del vice sindaco di Senigalliaanni fa, unirsi le due vallate e lavorare insieme attivisti, comitati, gente comune ed amministratori. Progetto di cui comuni e comunità erano stati messi al corrente solo dopo il deposito in Valutazione d’Impatto Ambientale dell’Edison in Regione. Anche se le negoziazioni sull’acquisto del sito stesso, di proprietà del consorzio Zipa, e l’indagine sulla logistica del rifornimento del gas erano state avviate molto tempo prima e pure in loco. Il che, nell’ottobre 2009, mi aveva fatto scrivere sul Corriere Adriatico su come era stato possibile che una multinazionale quotata in borsa, ai vertici del settore energetico in Italia, in Europa, avesse potuto ideare una centrale a Corinaldo, trasformare l’idea in un progetto, armarlo tecnicamente con dati, analisi e studi approfonditi, chiederne l’autorizzazione a costruirla e a produrre elettricità presso due Ministeri ed in Regione senza che mai, fino al protocollo delle sue richieste, trapelasse un briciolo d’informazione nemmeno al comune.

Augusto De SanctisQuesta volta però la partita appare dall’inizio ancora più impegnativa.  “Tutto colpa del decreto Sblocca Italia” spiega Augusto De Sanctis, ornitologo, attivista dal 2007 in prima linea in Abruzzo. Decreto e dati alla mano, evidenzia che l’istanza della Mac Oil, società con sede a Roma ed amministrativa ad Erba, promotrice dell’indagine con il toponimo “Monte Porzio, inoltrata tre mesi fa, è giunta a scadenza il 5 agosto, e dunque inizia un iter autorizzativo di stretta competenza dei ministeri dell’ambiente e delle attività economiche, perché è materia strategica. Poi, all’ultimo, c’è l’intesa con la regione. Un passaggio importante però non vincolante.

Inoltre, l’iter potrebbe chiudersi in 180 giorni ed alla fine un titolo. Un titolo concessorio unico per Camilla Fabbriestrarre petrolio o gas dopo averlo ricercato senza presentare ulteriore domanda. Anche se la senatrice delle Marche, eletta in quota Pd, Camilla Fabbri, membro della commissione industria, commercio e turismo, dopo essersi informata presso il funzionario del Ministero rassicura sul fatto che “se ne parla fra cinque anni”. Intanto, il territorio non vede un futuro negli idrocarburi. Anzi vede proprio un anti-sviluppo. “Il decreto – commenta Augusto De Sanctis – elabora un paradosso. Ovvero che le produzioni agricole di qualità, il nostro paesaggio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano inquinamento, compresi quelli per la produzione energetica da fonti rinnovabili quando realizzati in maniera responsabile e senza ulteriore consumo di territorio, non sono attività strategiche a norma di legge. Mentre lo sono, i pozzi e l’economia del petrolio che, oltre a costituire fonti di profitto per poche multinazionali, sono causa dei cambiamenti climatici e di un pesante inquinamento”.

FB_IMG_1438873904491L’inquinamento è legato ai rischi d’incidenti, d’incendi, d’esplosione, di contaminazione delle falde acquifere, di fuoruscita, di radioattività ma anche alla capacità di generare onde anomale in grado di innescare terremoti. “In Olanda – dimostra De Sanctis – il governo ha chiesto al principale sito estrattivo di metano di diminuire l’estrazione da 50 milioni di mc a 20 perché si erano innescati movimenti tellurici. Idem in Spagna con la differenza che nonostante abbiano smesso di estrarre, il movimento non si è fermato”. Un fenomeno quello della sismicità indotta di cui le nostre terre, anzi l’Italia Centrale, non ha bisogno per manifestare tutta la sua fragilità.

Trivelle nell'adriaticoQuanto ai proventi, alle royalties, alla ricaduta economica. Il calcolo è facile. Per chi estrae olio, petrolio dal mare  fino a 50.000 tonnellate non si paga nulla e dopo, l’aliquota è del 4%; da terra, chi estrae è esente fino a 20.000 tonnellate poi paga il 7%. E sul metano? Se estratto dal mare, sui primi 80 milioni di metri cubi non si devono pagare royalties e poi un secco 7%. Mentre se il gas è estratto da un pozzo di terra ferma, si paga sempre il 7% ma solo dopo aver estratto 25 milioni di metri cubi. Una bolletta così poco salata di cui i petrolieri ringraziano.

Intanto i comitati si sono già fissati un altro appuntamento per iniziare il coordinamento la prossima settimana. E già lettere formali dai sindaci di Senigallia, di Monte Porzio, di San Costanzo sono state recapitate.

Véronique Angeletti

 

Per vedere i confini…

trivellazioni

http://unmig.mise.gov.it/unmig/istanze/mappa.asp?cod=610