Luogo Comune: Francesca Merloni ed Enrico Letta inaugurano la tre giorni fabrianese

“Noi volevamo assolutamente essere qui. La mia prima parola è grazie. Dal riflettere sul luogo comune, in questi giorni noi siamo diventati, stiamo diventando luogo comune. Stiamo incarnando il sogno di questa comunità, che non si arrende. Vogliamo essere una comunità, non una banalità.”

Queste le prime parole di Francesca Merloni, per ribadire che nonostante le difficoltà Luogo Comune è più forte del terremoto. La manifestazione fabrianese è scattata nel pomeriggio di ieri, con gli interventi di Enrico Letta e Massimo Franco. Queste le prime parole dell’ex presidente del Consiglio ed attuale presidente del comitato scientifico della Fondazione Aristide Merloni.

“Questa comunità è riuscita a far dei salti mortali per riuscire a concretizzare questa tre giorni – ha spiegato l’ex Presidente del Consiglio ed attuale presidente del comitato scientifico della Fondazione Merloni – la resistenza, la forza di questa comunità spiegano la creatività di questa città e di queste terre. Abbiamo rappresentanti di città europee ed italiane e le città sono luoghi di incontro tra persone che si vogliono conoscere. Persone che danno e ricevono sempre qualcosa”

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“I valori hanno bisogno di comportamenti: oggi la credibilità e la linearità dei comportamenti, lo sguardo lungo, sono necessarie per ogni tipo di leadership. Chi ha la responsabilità del potere deve avere la forza di vivere su di sé il tempo lungo, di uscire dalla schiavitù dei 140 caratteri. La vita non è fatta di azioni corte. Sono ottimista sul nostro Paese: la vita, quella pubblica soprattutto, è una sequenza di crisi. Dobbiamo studiare come adattarci al tempo della crisi. E, lo vedo tra i miei studenti, l’italiano è bravissimo a capire il momento della crisi, ad adattarsi e a reagire. Abbiamo qualità che ci possono rendere unici al mondo. Prendiamoci più cura del nostro paese.”

Questa comunità è riuscita a far dei salti mortali per riuscire a concretizzare questa tre giorni – ha spiegato Letta proseguendo l’intervento – la resistenza, la forza di questa comunità spiegano la creatività di questa città e di queste terre. Abbiamo rappresentanti di città europee ed italiane e le città sono luoghi di incontro tra persone che si vogliono conoscere. Persone che danno e ricevono sempre qualcosa.

E poi Massimo Franco, giornalista e scrittore, che ha presentato il libro “Assedio” ed ha spiegato la sfida dell’integrazione e dell’accoglienza nelle nostre città.

“Dobbiamo rendere vivo il tessuto cittadino, evitare che all’interno delle città nascano delle anti-città in cui la polizia non entra e non c’è comunicazione con il resto della popolazione. Non siamo assediati dagli immigrati, siamo assediati dalla paura nazionalista: Ungheria e Polonia fanno referendum contro l’immigrazione con uno 0,2% di stranieri. I muri non ci proteggeranno dall’immigrazione, non bastano: si limiteranno a spargere diffidenza e divisione tra noi.”

E poi ancora, critiche nei confronti dell’approccio est-europeo all’immigrazione:

“L’allargamento ad Est, antirusso per vocazione strategica e orientato verso l’economia tedesca, di fronte all’apertura ad altri mondi, non solo all’Europa, hanno riscoperto un riflesso pre-comunista, di società estremamente chiuse. La Polonia fa una politica anti-immigrazione: paradossale, se pensiamo che uno dei temi della Brexit è la paura dell’ “idraulico polacco”. Un muro che sorge oggi tra l’Austria e l’Italia, domani diventerà un muro all’interno dell’Italia tra nord e sud, all’interno della città tra ricchi e poveri, all’interno dei quartieri poveri tra immigrati e locali. O le periferie vengono integrate, o distruggeranno dall’interno le città: una grande intuizione del Papa, sopratutto in questa Europa in cui le classi medie sono schiacciate. Questo è il primo Papa che viene da una metropoli: rischiamo che nelle nostre metropoli, in piccolo, si riproducano le barriere visibili e invisibili di tante città dell’America Latina, distruggendo quell’armonia interna che avevano. L’immigrazione viene gestita come un ospedale da campo: quanto può durare? Questa non è una emergenza, ma un fenomeno strutturale: dobbiamo governarlo.”

Questo il programma di oggi:

Giardini Pubblici “Unità d’Italia”, Viale Moccia

h. 10.00

Saluto delle istituzioni

h. 10.30 Città d’Europa per la Cultura

  • Delegato del Ministero degli Affari Esteri
  • Delegato del Ministero dei Beni Culturali
  • Paolo Verri Matera 2019
  • Noel Larkin Galway 2020
  • Joachim Gerner, Heidbelberg, UCCN City of Literature

h. 11.30 Città Creative UNESCO in Italia

  • Delegato del Ministero degli Affari Esteri
  • Delegato del Ministero dei Beni Culturali
  • Giancarlo Sagramola, Sindaco, Fabriano Creative City of Crafts and Folk art
  • Luca Bergamo, Assessore Crescita Culturale, Roma Creative City of Film
  • Cristiano Casa, Assessore alle Attività Produttive, Parma Creative City of Gastronomy,
  • Francesca Leon, Assessore Beni e Attività Culturali, Torino Creative City of Design
  • Marilena Pillati, Vice Sindaco, Bologna Creative City of Music

h. 15.00

Città Visibili

Giosuè Calaciura, Pantelleria

Bruno Morchio, Genova

(a cura di Filippo La Porta)

h. 16.00

Le città invisibili

reading tratto dal testo di Italo Calvino 

Giuseppe Cederna

h.18.00 Momenti di trascurabile felicità

reading di e con

Francesco Piccolo

19.00: Jazztales “ secret rhythm of the cities

Marcello La Rosa e Filippo La Porta presentano

Jazztales Sextet in ascoltando le città

passeggiata musicale-letteraria tra New York, New Orleans, Buenos Aires, L’Avana, Napoli, Roma, Parigi, Berlino

h. 21.00

40 anni di musica ribelle 1976-2016

concerto

Eugenio Finardi

h. 23.00

Fabri jazz Creativity – Orchestra Concordia