S’arena il Patto di Piagge, emergono le richieste di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro

Assemblea dei Sindaci Area Vasta1 del 22 febbraio 2017Urbino – “Ite Missa est” sentenzia il sindaco di Monteciccardo, Elvine Del Bene. Tanto per dire che la riforma è un pezzo avanti e non c’è più nulla da fare.  Il Patto di Piagge, la proposta nel pesarese di un modello omogeneo di assistenza ospedaliera per acuti su più presidi, quella firmata dai sindaci di Barchi, Cartoceto, Fossombrone, Mondolfo, Montecopiolo, Montefelcino, Montelabbate, Orciano, Pergola, Piagge, San Giorgio, San Lorenzo in Campo e Sant’Ippolito si è arenata mercoledì 22 febbraio nell’assemblea dei sindaci dell’area vasta1.

Assemblea dei Sindaci Area Vasta1 del 22 febbraio 2017 Per i 13 è la cronaca di una bocciatura annunciata che, però, analizzata nelle sue varie sfumature, brucia. Già il fatto di aver incassato solo sei voti favorevoli sui 13 firmatari dà da pensare. Va sottolineato che il Patto si è presentato indebolito dall’assenza dei quattro comuni convogliati nel nuovo comune Terre Roveresche commissariato ma anche dall’uscita, prima del voto, di Mondolfo e Montefelcino e pure dal fatto che non era presente Cartoceto.

Infastidisce la scelta di una ventina di sindaci di non spostarsi – seppur l’assemblea accoglieva l’audizione del Presidente Ceriscioli  sulla riforma in atto -. Ma ad indicare che qualcosa non ha funzionato non sono i 18 “no” votati dai sindaci a mano alzata ma quelli dei 10 sindaci che si sono espressi con il voto di astensione.

La prova che i tredici del Patto di Piagge in questi ultimi tre mesi non sono riusciti a scalfire il fronte dei sindaci che “accettano la riforma con il mal di pancia”. Eppure giocavano con il vantaggio di un sistema sanitaria con un pronto soccorso al collasso, che poggia su servizi tuttora da attivare, regolato da comunicazioni in totale contrasto con quello sostenuto dalla politica e dove esiste ancora nell’entroterra troppi posti ancora da colmare.

Assemblea dei Sindaci Area Vasta1 del 22 febbraio 2017Un mal di pancia che il sindaco di Fossombrone, Gabriele Bonci, a cui il Patto di Piagge ha affidato la prima dichiarazione vive ogni giorno sulla propria pelle. Lui, come tanti altri sindaci, subisce lo stress dei problemi dei cittadini, degli operatori e dei pazienti. E lui che chiede di votare il provvedimento “contro la localizzazione e la realizzazione dell’ospedale unico di area vasta quale struttura unica per la copertura del bisogno di cura e assistenza al livello minimo di area vasta; sull’immediata istituzione di un tavolo di lavoro tra sindaci e regione per la redazione di un nuovo piano sanitario regionale, sulla necessità di sviluppare un sistema sanitario che preveda una rete omogenea di assistenza ospedaliera per acuti sul pesarese.” E dopo ricorda che la riforma in atto è un film che parla di robot ma non è la sanità di cui il suo territorio ha bisogno. Video dell’intervento del sindaco di Fossombrone
Ed ecco il primo errore tecnico del Patto, quello di non aver pensato a presentare le tre articolazioni in un modo indipendente che avrebbe forse convinto altri sindaci a votare a favore del secondo punto, quello del tavolo di concertazione. Poi, un altro errore tattico: non aver colto al volo la presenza del Presidente Ceriscioli, che appositamente era rimasto per ascoltare la discussione, per esporre il modello e tutte le argomentazioni a favore. Parte affidata al Sindaco di Pergola, Francesco Baldelli, che prende la parola sul tardi, si dilunga sulla crescita delle prestazioni di Marche Nord che attribuisce alla riforma ,alla cancellazione dei tre ospedali e al depotenziamento di  Pergola (dati che contesterà Ceriscioli personalmente e spiegherà la crescita del numero delle prestazioni ai nuovi orari estesi delle visite); parla di zone svantaggiate, si concentra sui PPI, sui PAT, sulla mobilità passiva, sul rischio di lasciare la sanità al privato ma, come sottolinea al microfono il sindaco di Fratte Rosa, Alessandro Avaltroni,  non spiega che cos’è il modello e come si articolano le eccellenze nel sistema policentrico che è l’alternativa proposta dal Patto di Piagge.
Però mentre il Patto di Piagge si arena, i sindaci del pesarese fanno corpo con la tenacità con cui i sindaci di Cagli e Sassocorvaro continuano a presentare le loro richieste, avvisando addirittura il presidente Ceriscioli  che  “non c’è un minuto da perdere”.  Al punto che sono in tanti ad interpretare i dieci voto di astensione come una conquista di Cagli, dell’UM del Catria Nerone e di Sassocorvaro.

Sindaci che spiegano come hanno volutamente adattato le loro richieste nei parametri imposti dal governo. Il che non lascia molto margine di manovra alla Regione Marche per spiegare il perché non viene incontro alle loro richieste.

Abbiamo tolto la medicina per acuti, la geriatria, la senologia – afferma il cagliese Alberto Alessandri – per essere coerenti con la riforma. E quello che finora non avete accettato sta creando i casini che si vedono nei posti letto che mancano in medicina e l’intasamento del pronto soccorso di Urbino.”  Poi cambia registro: accusa alcuni dirigenti e tecnici di spadroneggiare, di aver svilito l’indirizzo dato dalla politica con atti che dicono il contrario di quanto annunciato un ora prima. “Non ci sono candidati a partecipare a concorsi per lavorare nei presidi dell’entroterra perché si è sparsa sfiducia, la voce di fuggire perché ci sono troppe incoerenze e troppe responsabilità.” 

Dall’assemblea arrivano racconti di Pat che dovevano essere tale quale al PPI negli uomini e negli obiettivi ma che non lo sono. Unità attivate venerdì 17 febbraio addirittura alle ore 20 ed hanno provocato il collasso del pronto soccorso di Urbino nel fine settimana.  “Mi aspetto che si intervenga con atti seri e che la giunta regionale parli non con chi vive il sistema sanitario in un modo marginale ma con chi ci lavora. Infine, chiedo al Presidente Ceriscioli di chiedere a Roma qualcosa di concreto per le aree interne come un ambulanza medicalizzata in più.”Il video dell’intervento del sindaco di Cagli

Daniele Grossi, il sindaco di Sassocorvaro fa allora la domanda a brucia pelo: “c’è la volontà politica di rivedere con i sindaci l’impatto della riforma sul sistema dell’emergenza urgenza, di dare un PPI H24 e la lunga degenza?”  Domanda a cui risponde Ceriscioli  con un sibillino “esiste un divario tra parametri e desideri.” Qui il video dell’intervento del sindaco di Sassocorvaro

Véronique Angeletti@civetta.tv

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