Vietato consumare l’acqua ma chi controlla l’applicazione dell’ordinanza?
4 luglio 2017 | Acqualagna, Ambiente, Apecchio, Cagli, Cantiano, City, Costacciaro, Economia, Frontone, News, Piobbico, Politica, Scheggia, Serra Sant'Abbondio, Sigillo | Nessun commento
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Nel ribadire la gravità e la serietà della situazione, gli ambientalisti mettono il dito sulle piaghe. Su quello spreco sistematico quantificato tra il 35 e il 40 % delle risorse provocato da un sistema acquedotto obsoleto e quella logica di cercare, con una nuova legge regionale, “di captare ed usare le falde profonde piuttosto che avviare politiche di risanamento delle infrastrutture.“
Una legge che Lupus in Fabula con tanti comitati civici a difesa dell’acqua considerata un bene comune accusano di introdurre cambiamenti sulle modalità di prelievo e sulla natura delle acque profonde. Ossia di voler svincolare l’uso di queste acque dall’emergenza idrica e consentirne l’uso idropotabile. Il che per i comitati riguarderebbe i pozzi di San Lazzaro e Sant’Anna del Furlo nel comune di Fossombrone e quello del Burano tra i comuni di Cagli e Cantiano. Fonti classificate però come “riserve strategiche”, tipologia che l’emendamento della legge marchigiana dovrebbero escludere dalla categoria “acque profonde”, come sembra esclude tutte le fonti non autorigenerative.
In ogni caso la pre-allerta vige anche nei comuni della fascia umbra dell’Appennino. Il risparmio idrico obbedisce agli stessi avvertimenti dell’Aato “ sulle scarse precipitazioni nel periodo invernale e primaverile ed i bassi livelli delle riserve accumulate negli invasi di approvvigionamento idropotabile che dimostrando un’evidente carenza nelle portate uscenti dalle fonti appenniniche e nei livelli delle riserve negli invasi sul Metauro.“
Il divieto vige fino al 30 settembre.
Véronique Angeletti@civetta.tv