Tecnowind: nelle pieghe delle trattative, il dramma delle famiglie

WhatsApp Image 2018-02-07 at 20.01.52Fabriano – Sono stanchi i 248 dipendenti della Tecnowind. Ogni mese porta il suo carico incerto di novità. La decisione della proprietà di vendere, la presenza di un acquirente per mesi in ufficio e la richiesta di concordato; c’è da aspettare il commissario, la decisione del giudice; seguire la trattativa dell’azienda con i sindacati, con la Regione, al Ministero; e adesso ogni giorno alle ore 16 aspettano la chiamata, quella tramite whats’app che svela il nome dei pochi eletti che saranno in turno il giorno dopo.

Preoccupa il lavoro che arriva a singhiozzo, angoscia la mobilità che coinvolge 140 dipendenti. E poi quella busta paga così leggera, con poche centinaia di euro per quei 3-4 giorni di presenze in azienda. Per non parlare di quel tam tam di notizie, mai del tutto ufficiale, che dice tutto e niente e spesso si contraddice. Come quella della cassa integrazione bocciata dall’Inps di Ancona venerdì scorso ma che da ieri sarebbe stata accettata dal Ministero su azione della Regione e dei sindacati.

<<Basta – raccontano alcuni dipendenti – lo stare “zitti-zitti” e “buoni-buoni”. Stop a quella favola che i nostri sacrifici alla fine daranno risultati e che quello che conta è far ripartire l’azienda. Ci stanno uccidendo ed avranno la morte delle nostre famiglie sulla coscienza>>. Il nome di chi parla importa poco. Sono tutti Dora, Laura, Antonietta, Roberto o Sandro. Ieri erano preoccupati per l’affitto, il mutuo della casa, le rate della macchina e le bollette; oggi, molti di loro ogni mattina hanno l’angoscia di chiedersi come metteranno insieme pranzo e cena. <<C’è chi sta peggio – insistono -. C’è chi rischia di perdere i figli su intervento dei servizi sociali perché senza un minimo di stipendio in alcuni casi per tutelare i minori preferiscono affidarli ad altre famiglie.>> Hanno toccato il fondo quelli della Tecnowind. Hanno perso quella fiducia che nemmeno il piano industriale proposto dalla direzione e che muove 14 milioni di euro riesce a risollevare. E serpeggia nella loro testa la brutta idea che forse salvare la loro azienda non conviene.

Véronique Angeletti@civetta.tv

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