Monte Murano 4.0: la miniera di calcare massiccio di Gola della Rossa Mineraria Spa

Cave Monte Murano Gola della Rossa

Serra San Quirico – Focus sulle cave del Monte Murano all’entrata della Gola della Rossa.  Sono diversi anni che tutte le associazioni ambientali sono preoccupati dai giganteschi fronti di escavazione che dimostrerebbe che la società non estrae ancora, come prescritto dalla regione nel 2009, in galleria. Sistema che ha costi maggiori. Preoccupazione più che logica considerando che l’area fa parte di Natura 2000, ed è una area soggetta a vincolo naturalistico, paesaggistico e panoramico, floristico, idrogeologico, archeologico, e dunque Sito d’Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale ambientale.

Ad infuocare il dibattito, la richiesta di Gola della Rossa Mineraria Spa della società di costruire un impianto di micronizzazione del calcare massiccio che modifica il progetto estrattivo depositato otto anni fa.

Cave Monte Murano Gola della Rossa

Per la prima volta, l’azienda ha aperto il suo impianto. E dimostrato non solo che cava, da anni, in galleria ma che il nuovo impianto è già inserito nel vecchio piano estrattivo e che possono spostarlo all’interno del vecchio bacino cave e dunque ridurre l’impatto paesaggistico ed anche che le cave di calcare massicio del Monte Murano, da un anno, da settembre 2018, vivono la loro quarta rivoluzione industriale. Però, finora, i suoi dirigenti non si erano preso la cura di spiegarlo.

Cave Monte Murano Gola della Rossa 18 at 14.17.40E si scopre, vivistando proprio da cima a fondo, il nuovo sito estrattivo che Gola della Rossa Mineraria Spa ha messo in piedi un modello di escavazione in sotterraneo e trasformato i suoi impianti per valorizzare il calcare puro al  99,9%. Da pochi mesi il sistema è a regime e già attira l’interesse di tutte le cave europee.

Dal punto di visto ambientale incorona nove anni di lavori strutturali che hanno concretizzato un’idea nata negli anni 90 dalle università di Bologna e di Trieste formalizzata in un accordo dalla regione Marche nel 2009. Un accordo che impose la riqualificazione ambientale di un sito che confina con il parco regionale e una costosa e futurisca riconversione industriale. In pratica la trasformazione delle due cave a cielo aperto in una miniera.

Cave Monte Murano Gola della Rossa Una miniera che si presenta oggi a tre livelli ed è formata da quattro gallerie di cui già due sono operative e coprono il fabbisogno estrattivo di 300mila mc annuale, tetto massimo imposto dall’accordo. Vere e proprie cattedrali scavate nel ventre del Murano ideate per estrarre la roccia su tre piani sfalsati.

E’ da lì che il materiale ottenuto con mine e martelli pneumatici fa un salto di cento metri e si riversa sul piano terra dove è raccolto e messo su camion che, in futuro, saranno sostituiti da nastri trasportatori. Un sistema di cameroni che una volta sfruttati, e dunque del tutto svuotati,  saranno lunghi 450 metri, larghi 30 su un altezza di 106 metri.

Per il momento, le mega gallerie collegate da una rampa interna elicoidale sono serviti da una fitta rete di strade interne, illuminate, alte 6 metri per un totale di 8 km. Il tutto alimentato da cogeneratori al metano che producono anche il calore che serve nella trasformazione. Un complesso che dovrebbe soddisfare i bisogni estrattivi della società per altri 35 anni.

Pertanto adesso niente più rumori di esplosioni e le polvere sono ridotte al minimo. Tutto si fa dentro o vicino alla montagna mentre fuori, si lavora sulla mitigazione del vecchio fronte di scavo. Le stradine scavate nella rocce sono sede di terriccio e la piantumazione è già iniziata partendo dall’alto. Addirittura, la società sta mitigando il bianco accecante delle pareti con un colorante naturale che le tinge di grigio.

Cave Monte Murano Gola della Rossa

Una bella sfida costata decine di milioni che ha imposto alla società di ragionare “sulla vita del masso”.

Dalla “volata”, l’esplosione, alla raccolta ma più di tutto di superare la banale frantumazione inserendo due impianti di micronizzazione che fanno di questa cava serrana un impianto che oltre a rifornire il settore edilizio lavora oggi per la cosmetica, l’alimentazione per gli animali, il mondo delle vernici, del vetro e dell’elettronica e da lavoro a 70 persone.
Véronique Angeletti@civetta.tv