Fermate i cannoni sull’Acuto: tutte le associazioni ambientali si mobilitano contro l’innevamento artificiale

WhatsApp Image 2019-10-27 at 16.44.36rontone – L’alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane denunciano « l’ipocrisia della provincia di Pesaro Urbino e della Regione Marche». Per gli attivisti, «in barba a tutti i roboanti impegni contro i cambiamenti climatici, nel silenzio più generale, l’ente regionale e la provincia proseguono con la distruzione ambientale del Monte Acuto nel massiccio del Catria. L’ampliamento e la creazione di nuove piste da sci, la ristrutturazione e la realizzazione di nuovi impianti di risalita non sono solo la causa di gravi danni all’ambiente montano, ma uno spreco assurdo di soldi pubblici».

Il “j’accuse” è firmato dal  Club Alpino Italiano (Pesaro), Forum Paesaggio, Italia Nostra, Lega Anti Caccia, Lega Anti Vivisezione, Lega Italiana Protezione Uccelli, Lupus in Fabula, Federazione Pro Natura, WWF Italia. Per il gota delle associazioni a difesa dell’ambiente devono essere bloccati gli investimenti pubblici che vanno a finanziare l’impianto di innevamento artificiale e il bacino idrico a supporto. Soprattutto se questi finanziamenti obbediscono a determine ben studiate.

«Con determina n.1190 del 14 novembre scorso – spiega l’alleanza  –  il dirigente della “pianificazione territoriale ed urbanistica” della Provincia di Pesaro ed Urbino ha ritenuto che la realizzazione dell’innevamento artificiale sul Catria non necessiti di una Verifica di Impatto Ambientale. Il che va di pari passo all’iter di tutto il progetto sciistico che non è stato mai assoggettato a tale valutazione. Non solo. La dirigente della regione Marche “trasporto pubblico locale, logistica e viabilità” autorizza lo scorrimento della graduatoria dei finanziamenti e concede un altro milione di euro per realizzare l’impianto di innevamento e un bacino idrico sul Catria. Scorrimento previsto perfettamente dalla legge. Poi se si aggiunge che sempre la stessa  dirigente, su proposta del Responsabile Unico del Procedimento ha deciso la proroga di un altro anno per la fine dei lavori perché arriva l’inverno, sicuramente non previsto dai progettisti, l’iter si completa».

Un iter che gli ambientalisti leggono alla luce della difesa dei cambiamenti climatici tanta decantata dagli enti. «Il problema sono gli amministratori che governano la regione e la provincia, non sono i funzionari. Con questa operazione, nonostante le proteste, continuano nello sfascio del territorio mentre nei principi affermano che credono nella tutela ambientale e vogliono contrastare i cambiamenti climatici fregandosene delle future generazioni. Per di più sperperando fondi regionali in scelte senza futuro, quando ci sono molte altre priorità come la ricostruzione post terremoto, la sanità pubblica, l’edilizia scolastica».
Véronique Angeletti@civetta.tv

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