Il Premier Conte appoggia la candidatura Unesco dell’etica camoldolese della gestione delle foreste
Il Premier Giuseppe Conte appoggia la candidatura del Codice forestale camaldolese come patrimonio transnazionale dell’Umanità. «In questo momento di sensibilizzazione globale verso il tema dell’equilibrio tra uomo ed ecosistema – ha scritto a Dom Salvatore Frigerio del Monastero di Fonte Avellana – sarebbe assai significativo che divenisse presto patrimonio mondiale dell’Unesco». Il placet è stato letto dall’ex Ministro Alfonso Pecoraro Scanio in occasione del convegno, presso San Gregorio al Celio, a Roma, “Custodiamo le foreste che ci custodiscono. Aree boschive: sicurezza territoriale e contrasto al cambiamento climatico. Codice e pratiche di gestione forestale camaldolesi: patrimonio transnazionale dell’Umanità”. Convegno che ha dato il via libera alla candidatura ufficiale.
Promosso dalla Fondazione UniVerde con la comunità di Camaldoli, il Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, la Fondazione Medit Silva in collaborazione con Institute for Climate Change Solutions (ICCS), TeleAmbiente, Sos Terra onlus e Arca, l’evento clou pone la candidatura come «un collegamento – ha dichiarato Pecorario Scanio – tra il ruolo plurisecolare della gestione delle risorse ambientali dei camaldolesi con l’azione di fratellanza universale e trasferimento di conoscenze e tecnologie per uno sviluppo sociale, economico ed occupazionale sostenibili, in tutte le aree disagiate del Pianeta».
Fondamentali sono state le testimonianze delle comunità camaldolesi nel mondo proprietarie di beni forestali. «Il nostro compito – ha detto il Priore del Monastero di Santa Croce di Fonte Avellana Dom Gianni Giacomelli – è di individuare soluzioni adeguate di gestione territoriale sia in tema di mitigazione del clima che di adattamento al cambiamento climatico, verificando i possibili scenari futuri ed illustrarle come abbiamo fatto qui con le nostre esperienze».
Significativo l’intervento del commissario straordinario per la ricostruzione – sisma 2016, Giovanni Legnini convinto che «sull’endiadi “coltivare e custodire” deve riposare la filiera del legno e che la ricostruzione deve attingere al pensiero ecologista, alle indicazioni della Laudato Si’, alle elaborazioni così attuali del Codice camaldolese, prestando attenzione alla cura del territorio e delle foreste, alla sostenibilità ambientale ma anche sociale ed economica delle iniziative per la rinascita dell’Appennino e del Centro Italia, anche con le risorse dei Recovery Fund».
Tra i relatori-sostenitori della candidatura, Gabriele Calliari, Presidente di Federforest, Stefano Masin, responsabile ambiente e territorio Coldiretti, il generale Ciro D’Angelo, Comandante Unità Forestali Ambientali ed Agroalimentari, Alessandra Stefani, direttore Generale dell’economia montana e delle foreste, Mipaaf); Livio de Santoli, Prorettore alle politiche energetiche, Sapienza Università di Roma) e Simone Galeotti (Direttore ICCS di Frontone. Enrico Vicenti il Segretario Generale Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco è intervenuto con un videomessaggio.
Véronique Angeletti@civetta.tv
A parte l’intervento demagogico del presidente del consiglio, sarebbe interessante conoscere il parere e di conseguenza le iniziative che tutti questi illustri personaggi intendono prendere a proposito del disastro ambientale provocato sul Monte Acuto, con il progetto dell’impianto sciistico.
O la tutela e la salvaguardia dell’ambiente boschivo contano solo quando fa comodo?