La metà dei giovani tra i 18 e i 35 anni sogna di vivere in campagna

Colletti bianchi contro pollici verdi, ma per ora vincono gli amanti della natura. A un comodo e sicuro posto in banca, sono oltre la metà i giovani tra i 18 e i 35 anni che preferirebbero gestire un agriturismo vivendo in campagna e sembra che anche le famiglie siano d’accordo. Secondo l’indagine della Coldiretti, addirittura l’85 per cento dei genitori italiani consiglia ai proprio figli un futuro lavorativo nel settore dell’agricoltura, nella quale si stima che grazie alla green economy saranno necessari 100mila operatori in più nei prossimi tre anni.

Ecco dunque in parte spiegato l’aumento del 26 per cento delle immatricolazioni alle facoltà di scienze agrarie e zootecniche, in vista di un cambio radicale di prospettive e i soldi non c’entrano: la scelta è orientata piuttosto da una qualità di vita più sana a contatto con la natura e una maggiore autonomia lavorativa che dalle possibilità di guadagno.

Cambia quindi la fisionomia dell’agricoltore che nel 15 per cento dei casi è un laureato e nel 68 per cento ha un diploma superiore e lascia un precedente stile di vita, spesso cittadino, per un lavoro meno frenetico e più a misura d’uomo. Anzi di donna, visto che il maggiore incremento delle iscrizioni ha riguardato proprio le ragazze, che ora rappresentano il 40 per cento delle studentesse.

A cambiare sono anche le forme del lavoro e oltre la metà delle aziende “verdi” sono presenti online; così fioriscono blog, pagine di facebook, profili di twitter e account di tripadvisor.

Secondo l’Istat, fra Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli, sono oltre 31mila su un totale di quasi 300mila, le aziende agricole il cui titolare ha fra i 18 e i 39 anni. Una su 10, quindi, in mano agli under 40 che a giudicare dal rapporto della Coldiretti, ottengono anche risultati migliori: le aziende guidate da giovani registrano un livello di fatturato del 79 per cento in più rispetto alla media.

«Ho deciso di investire tutto in questo. Sono dieci anni che lo sogno e sono riuscita a fare il grande passo lasciandomi la Sardegna alle spalle – ricorda Serena Canu che col suo fidanzato Luca ha avviato da pochi mesi l’agriturismo “Volti di Pietra” nelle Marche, vicino a Sassoferrato – a Bologna mi ero laureata in scienze della comunicazione, ma la vita di prima non mi manca per niente, anzi, mi piacerebbe riuscire a dedicare ancora più energia e tempo a questo nuovo progetto e realizzare buona parte delle idee che abbiamo, a partire dal curare maggiormente il giardino e i campi, ideare itinerari nei dintorni, tenere più animali».

Di cose da migliorare per avere un turismo rurale più produttivo ce ne sono ancora molte. Ai primi posti i giovani intervistati da Coldiretti hanno messo la necessità di calmierare i prezzi dell’energia e delle materie prime (57 per cento) e di avere un più facile accesso al credito (33 per cento) che proprio nel 2012 ha visto un calo del 22 per cento, il più significativo dal 2008.

Senza mai dimenticare il peso elefantiaco della burocrazia, da considerare non solo all’avvio dell’impresa agricola, ma giorno dopo giorno con l’adempimento a requisiti che di fatto priva l’attività di due giornate lavorative a settimana, per un totale di cento giorni in un anno.