Pietro Villanelli, artista poliedrico, dà a modo suo il via al Palio della Rocca

14182264_1299535303420752_1980248011_nS,Sant’Abbondio – Questa vignetta è firmata Pietro Villanelli e illustra l’inizio del trentesimo Palio della Rocca di Serra Sant’Abbondio. Il via è stato dato domenica 28 agosto alle 21 con il solenne proclamo del notaro. Palio che si svolgerà dal 2 al 4 settembre, venerdì, sabato e domenica.

Piero riesce sempre a sorprendere. E’ un artista poliedrico che si occupa di pittura, scultura, pezzi di arredo e design, gioielli, ogni volta focalizzandosi sulla lavorazione di un materiale.

Parliamo di Pietro Villanelli, classe 1961, pergolese doc, che vanta opere in collezioni private a Roma, Milano, Monaco di Baviera, Copenaghen e presso l’ospedale Borgo Trento Verona.

DPP_12Tante le mostre realizzate dall’artista pergolese. Ci piace ricordare “Universi materici”  (a Pergola dicembre 2012 gennaio 2013). Nei suoi quadri, nei suoi “Universi materici”, in un processo di evocazione interiore fisicamente tangibile, attraverso la materia divenuta la protagonista della qualità espressiva dello spazio artistico, Villanelli effonde la propria, profonda, sensibilità. Il filo conduttore che lega le opere costituenti l’attuale produzione di Villanelli è il libero pulsare, il distruggersi, il rigenerarsi della materia in un universo primigenio a sua volta rappresentazione utopistica di un mondo ancora non contaminato, escludendo certo quanto compete all’introspezione creativa dell’artista, da costrizioni di sorta e da ogni cosa che appartiene alla sfera della ragione, dei sentimenti. Peculiari di simile tematica, utilizzando una terminologia “spaziale”, sono alchemiche esplosioni e irradiazioni solari, pulviscoli, frammenti, agglomerati e tracciati cosmici. Fondamentale è altresì l’elemento cromatico, generalmente variabile a seconda della predisposizione DPP_1 - Copiainteriore di Villanelli nel momento in cui si pone di fronte alla creazione, dunque frutto di scelte non del tutto prestabilite, che ci porta a parlare di quadri “rossi”, “bianchi” e “neri” indicanti rispettivamente l’energia ma anche il calore, la luce e il buio. Al di là di ciò non assistiamo ad un assoluto distacco dalla tradizione. La “vecchia” pittura, infatti, sussiste ancora nella ricerca del bello, del compiacimento estetico reso nel trattamento dei materiali (attraverso la lucentezza, l’opacità, la particolare e raffinata attenzione rivolta alla varietà fisica della granulosità, ecc.) o negli impasti di colore, nelle sfumature, indispensabili allo scopo di accentuare il senso di profondità, dell’infinito da intendere nel senso più ampio del termine. Per di più, sotto il profilo compositivo, parliamo di quadri DPP_3 - Copiasolo apparentemente astratti, questo perché, attraverso una legge esecutiva esplicata nella determinazione di spazi e di dimensioni, Villanelli giunge alla realizzazione di sistemi ben definibili, nella loro essenza, armonicamente ordinati. Curiosa manifestazione è infine una sagoma dall’aspetto di un volatile che, alcune volte, compare nei quadri-universi di Villanelli. Potrebbe essere la rappresentazione immaginifica di una costellazione, oppure l’anticipazione di un essere vivente così da suggerirci che la materia, pur se in un generale stato d’indeterminatezza, si trova nella condizione di ricevere, attraverso l’azione artistica o, possiamo dire, “demiurgica” di Villanelli, la forma sostanziale, in altre parole che la materia, da ammasso informe contenente tutti gli elementi dell’universo, si trova pronta a trasformarsi per divenire, con le implicazioni che ciò comporta, una creatura raziocinante? In quest’ultimo caso ci fanno riflettere anche taluni tracciati cosmici che, nella produzione più recente dell’artista, vanno sublimandosi in forme maggiormente strutturate, in primordiali spine dorsali assurte ad autoritarie protagoniste dell’opera d’arte.

DPP_21E ancora la mostra Pergola  Maison Malatesta giugno 2015  “Tra  forma  e  materia”… … Segni ripetuti, potenzialmente in modo infinito, che lasciano comunque una traccia tutta da decifrare ma anche  facile da percepire: sono tutti leggibili e identificabili come “frammenti di materia” che l’uomo lascia dietro di sé. La struttura risponde a logiche materiali che definiscono le forme e la loro corrispondenza a un progetto. Progetto che resta dentro a una concezione legata alla tradizione ma che si nutre anche di pensieri e connotazioni simboliche profonde, legate alla memoria, alla fantasia, al sogno e spesso rivelano tracce archeologiche e primitive.

Guido Giovagnoli@civetta.tv