Contro le mafie la parola chiave è “prevenzione”

1Nuovo appuntamento per la società giuridica fabrianese “Carlo Galli”, che ha ospitato lo scorso venerdì un dibattito su “Corruzione, riciclaggio e mafia”. Occasione dell’incontro la presentazione del volume omonimo curato dal Professor Ranieri Razzante (Docente all’Università di Bologna e consulente della commissione antimafia) al quale hanno collaborato alla scrittura anche il Dottor Giovanni Tartaglia Polcini (Magistrato e consulente del Ministero degli affari esteri) ed il Professor Alessandro Parrotta docente presso il dipartimento di giurisprudenza Unicampus e membro del comitato scientifico Inise e Aira. “Il volume che abbiamo presentato è uno strumento di esame delle varie normative e per diventare consapevoli, per capire che le leggi a contrasto di questo fenomeno sono presenti – ha spiegato Razzante -. Ci sono metodi, soprattutto di prevenzione, che ci pongono all’avanguardia nel mondo”.

2Parla di pessimismo Razzante, e di come i media intervengano nel processo informativo, ponendo l’accento quasi esclusivamente sulle storture di un sistema che però omette il processo preventivo. “Quello che sbagliamo in Italia è l’approccio: quando si afferma che la possibilità di prevenire questi reati è scoraggiata è una contraddizione. Noi siamo in un sistema dove almeno un caso di corruzione al giorno può essere evitato. Non è retorica pensare che la corruzione sia un fenomeno legato a pochi. E quei pochi vanno in galera visto che non siamo, come dicono varie e discutibili classifiche internazionali, un popolo di corrotti. Studio il fenomeno da anni e posso affermare che ci sono paesi più avanti in queste classifiche che hanno un grado di corruzione molto più elevato. L’Italia non è una massa di corrotti, abbiamo avuto sì una recrudescenza, ma abbiamo avuto anche una crescita di contrasto al fenomeno con l’autorità anticorruzione capeggiata da Raffaele Cantone. Quello che sta cambiando è la cultura, e deve cambiare perché è con la legalità che si contrasta questo fenomeno”.

Etica e morale centrali anche per Alessandro Parrotta, con strumenti legali che devono essere utilizzati mettendo al centro la chiarezza nei rapporti. All’incontro ha partecipato anche il Dottor Vincenzo Macrì, Procuratore Generale della corte d’appello delle Marche ed uno dei maggiori esperti del contrasto alle attività delle mafie. “Io amo questa terra, io amo le Marche – ha spiegato Macrì – e voglio che si faccia chiarezza sul riciclaggio perché il riciclaggio è il luogo finale dove si realizzano proventi da riciclare. Sono favoriti quei luoghi dove sul territorio non sono radicate le mafie, luoghi in cui le opportunità di riciclaggio sono maggiori. La realtà marchigiana è una realtà che si può prestare a questo fenomeno, perché è produttiva e può offrire terreno alle organizzazioni che devono riciclare denaro”. Predica attenzione Macrì, ponendo l’accento sull’esiguo numero di inchieste sul riciclaggio poste in essere sul territorio. “Bisogna far chiarezza, bisogna che ci sia sempre più attenzione visto che sul territorio non è presente una struttura ramificata e definita delle organizzazioni mafiose così come le conosciamo in altre zone d’Italia. Non avverrà mai nei metodi tradizionali, perché qua operano in maniera diversa, attraverso il riciclaggio appunto. Lavori pubblici e investimenti: questi sono i luoghi dove porre maggiore attenzione e vigilanza”.

Un fenomeno che una volta entrato nel tessuto regionale, ha concluso Macrì, risulta molto difficile da smantellare. “Ho la personale esperienza in altre zone d’Italia, Lombardia per esempio, dove si pensava che le mafie non avrebbero mai potuto attecchire. Nel 1992 posi l’accento sul problema ma si pensò che in un luogo del genere non ci fosse possibilità di penetrazione mafiosa. Un pensiero generato da quella che molti definivano resistenza culturale. Pensavano che la politica, l’economia potessero dire no. Invece erano proprio le imprese che richiedevano servizi, per così dire, alle organizzazioni criminali. Io a breve andrò in pensione, ma prima di andare via io chiamerò tutti alla massima attenzione perché ribadisco di essere innamorato di questo territorio. È una regione piena di cose belle e preziose. Un territorio nel complesso ben gestito, e soffrirei molto per un suo eventuale degrado”.

Saverio Spadavecchia@riproduzione riservata

La riproduzione integrale o parziale di ogni parte di questo testo è vietata. Salvo se è indicata la fonte, attraverso la citazione dell’url di origine e menzionato con email recapitata a info@civetta.tv

Categorie correlate: