Il Privato è operativo, il pubblico in attesa: il caso dell’Ospedale Lanciarini

Sassocorvaro_04Sassocorvaro – Mai festa è stata così tinta di acredine come quella che venerdì 17 febbraio si è svolta nella sala consigliare comunale di Sassocorvaro. Si doveva dare il benvenuto al privato nel Lanciarini, a Rete Impresa Villa Montefeltro, al suo presidente ed Amministratore Delegato Antonio Romani, ai suoi dottori e alla sua rosa di sei ambulatori specializzati con day surgery, ma le tensioni sulla parte pubblica erano tali che per il sindaco Daniele Grossi è stata la giornata ideale per esporre le sue doglianze al presidente della regione ed esigere risposte.
Fra il pubblico gremito, ad ascoltare, sono tanti quelli che vivono un quotidiano di pane e sanità. Operatori, infermieri, medici, il comitato di difesa dell’ospedale e tanti sindaci. Qu20170217_102635elli di Urbino, Mercatino Conca, Lunano, Carpegna, Frontino, Macerata Feltria, Montecalvo e Montegrimano. Ci sono anche il consigliere Gino Traversini e l’assessore regionale Lorella Bravi. Per tanti anni ha insegnato in paese. Gente che la realtà del territorio la conosce. Dalla viabilità ai bisogni di sanità del comprensorio. Gente che sa che Villa Montefeltro gioca con in mano i dati della Montefeltro Salute srl. Società chiusa dopo anni di esperimenti positivi per un vuoto normativo e che ha creato un vuoto di servizi lungo 14 mesi. Tanto per sottolineare che a Sassocorvaro, il problema non è quello della “deriva” della gestione della sanità verso il privato, ma dell’ansia sulla parte pubblica di un Lanciarini, “ospedale di comunità, senza acuti, senza lunga degenza, che ha in alternativa all’ospedale di Urbino quello di Pergola e costringe spesso i pazienti a rifiutare l’ospedalizzazione e un sistema di emergenza urgenza giudicato non adeguato alle esigenze del territorio. ” Qui il video dell’intervento del sindaco Daniele Grossi
Sassocorvaro_02Nonostante sia stato aggredito da chi lo vede come l’incarnazione dei problemi della sanità nell’entroterra montano, Luca Ceriscioli affronta con calma la platea. Spiega il piano sanitario soldi alla mano. Prima parla dei 90 milioni che la regione avrebbe perso se non avesse deframmentato i suoi ospedali, sottolineando che il processo non è nemmeno ultimato. Poi racconta di quei due euro che fanno la differenza tra un posto letto per le cure intermedie ed uno ospedaliero e su servizi dove non ci sono differenze. Riesce ad evidenziare che <<l’altra parte del cielo>> della medicina per acuti è la medicina territoriale fatta di Cure Intermedie, Riabilitazione, Rsa, dove non ci sono vincoli di aggregazione e si possono fare <<scelte che hanno le loro logiche, entrano nei parametri, rispondono ai bisogni della gente e fanno crescere le piccole strutture.>>
20170217_110448Sul tavolo mette le sue soluzioni: i 26 posti letto che dopo i lavori sono di Urbino e svuota di sostanza il problema Pergola e del pronto soccorso; la medicina territoriale; l’accordo con San Marino, presto a regime, che interessa soprattutto il Montefeltro; e il fatto che nelle Marche quest’anno arriva l’elisoccorso H24 e  <<una ventina di piazzole che con quelle della protezione civile valgono mille PPI.>>
Ceriscioli presenta una sanità in termini di crescita e di sviluppo. Nella sala che lo applaude, Cesare Fiorillo del comitato a difesa dell’ospedale di Sassocorvaro e dei servizi socio sanitari territoriali di Montefeltro ed Alto Metauro distribuisce volantini dove chiede il Ppi H24 e un reparto di lunga degenza. Il sindaco Grossi esce soddisfatto: i suoi concittadini hanno visto che, anche se le catene non ci sono più, lui al Lanciarini è ancora incatenato.
Véronique Angeletti@civetta.tv
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