#Frontone Catria – Per gli ambientalisti della “Lupus in Fabula” : un grido di allarme non ascoltato
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«Non sono intervenuti con azioni di pronta vigilanza sul cantiere – commentano il presidente Flavio Angelini e suo vice Claudio Orazi – nonostante il grido d’allarme lanciato dalla nostra associazione». Con ripetute segnalazioni Lupus in Fabula aveva evidenziato i lavori e il 18 ottobre, con un comunicato stampa e fotografie, pubblicati anche sul proprio sito, denunciato «lo scempio ai lati del tracciato della funivia». Insomma lamentano un «grido di allarme non ascoltato» che non ha impedito «ritardi e forse inadempienze di vigilanza, da parte degli enti locali» e comportato «danni ambientali irreparabili. Anche se – incalzano – da lontano erano visibili le consistenti opere di scavo, le nuove strade e l’eccessivo abbattimento di alberi».
Lavori contestati fin dall’inizio dalla Lupus in cordata con Italia Nostra, Wwf, Legambiente, Pro Natura, Terra Mater, Forum Paesaggio Marche, associazioni.


Al fine di ampliare le piste da sci, costruire la nuova seggiovia Travarco-Monte Acuto, sostituire lo sky lift con una seggiovia triposto e lo sky lift al posto della manovia autorizzato, con il parere della Provincia e dell’Unione Montana del Caterina Nerone, è previsto la scomparsa di 2,7 ettari di alberi di età compresa tra i 52 e 63 anni.
Considerando che la legge forestale regionale del 2005 impone che la riduzione di superficie boscata è soggetta a misure di compensazione ambientale, che significa nuovi rimboschimenti su terreni nudi, in base ad un complesso sistema di calcolo previsto dall’allegato A della L.R. 71/97 (Disciplina della attività estrattive), tenendo conto della biomassa che viene sacrificata e del tempo necessario per il suo recupero, a fronte dei 2,7 ettari di bosco perduti si sarebbero dovuti piantumare circa 58 ettari di terreni liberi, oppure, in mancanza della disponibilità di superfici su cui effettuare il rimboschimento, il comune di Frontone avrebbe dovuto versare alla Regione Marche una somma di circa 950 mila euro. Prescrizione che avrebbe potuto mettere in dubbio la fattibilità di tutto il progetto».
Motivo per cui secondo Flavio Angelini «il Comune di Frontone (ente competente in materia urbanistico edilizia e capofila del progetto) ha avuto l’idea di dichiarare che l’allargamento delle piste è una manutenzione straordinaria di un’opera esistente e ottenere così dalla Regione nel 2017 uno “sconto” sulla compensazione. Questa sarà quindi calcolata solo su 0,6 ettari di bosco e, non avendo disponibilità di terreni in cui effettuare il rimboschimento sarà solo economica con il versamento alla Regione di soli 217 mila euro in cinque rate. Quindi – conclude – oltre al danno la beffa: per i lavori di potenziamento dello sci da discesa sul Catria, che complessivamente costano alla collettività circa 5 milioni di euro, nemmeno un albero verrà piantato».
Véronique Angeletti@civetta.tv
Un commento
Le fotografie dicono più di ogni altra considerazione: è uno scempio vero e proprio. Adesso qualcuno dovrà spiegare la cosa in maniera più che convincente, tanto chi ha realizzato la devastazione quanto chi ha dato le probabili autorizzazioni. L’ambiente e il territorio sono il grande capitale delle zone interne delle Marche e non può essere distrutto così-